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Boom di derivati nelle banche Ue. Italia al riparo

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Incontrotendenza gli istituti italiani, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che nel primo trimestre 2012 hanno segnato un incremento di ricavi e utili, e tengono l'Italia più al riparo dai derivati. Per le due banche però c'è il rischio di ulteriori svalutazioni di attività immateriali e hanno un'esposizione alla Grecia per un totale di circa 360 milioni di euro complessivi. A passare al setaccio l'evoluzione dei conti delle grandi banche internazionali è il rapporto di R&S di Mediobanca, che non trascura gli Usa. Anche se con risultati migliori rispetto all'Europa, per gli istituiti americani il 2012 parte in salita. Inoltre negli States, il fenomeno dei derivati è ancora più rilevante, con un'incidenza del 37,5% sul totale attivo, mascherata dalle diffuse politiche di «netting» (tecniche di mitigazione del rischio di controparte), secondo cui varrebbero solo il 3% dell'attivo. Un quarto dell'attivo bancario in Europa è costituito da derivati che hanno registrato un incremento del 33% salendo a quota 1.453 miliardi. A fine anno rappresentavano da soli il 53,2% del Pil aggregato europeo, contro il 42,8% del 2009. Al top la Svizzera con un'incidenza sul Pil del Paese pari al 254%, seguita da Regno Unito (106,2%), Francia (55,3%), Germania (38,4%), Olanda (22,4%), Spagna (15,3%) e Italia (10,7%). La quasi totalità dei contratti derivati in Europa è detenuta per attività speculative (il 97%) e una perdita di valore del 10% del portafoglio rappresenterebbe il 55% del patrimonio netto delle banche europee. Nel primo trimestre di quest'anno i principali istituti di credito europei hanno registrato una flessione dei ricavi dell'8,1% e dell'utile del 32,1%, rispetto allo stesso periodo 2011. Controcorrente Intesa Sanpaolo, con un incremento al top dei proventi (+14,5%))e un +21,6% del risultato netto, e in misura minore Unicredit (+2,5% ricavi e +12,8% utile). Deboli ma meglio dell'Europa le banche Usa (-1,6% ricavi, -11,6% utile). L'esposizione delle banche europee nel 2011 verso il debito sovrano italiano è pari a 161,6 miliardi, mentre, la complessiva verso i Giips (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) ammonta a 293,2 miliardi

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