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Trema la Spagna. Rajoy avverte: rischiamo di non avere più prestiti

Mariano Rajoy

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La Grecia è solo la prima vittima sacrificale sull'altare dell'euro. I timori di un nuovo avvitamento della crisi dei debiti in Spagna sono stati espressi ieri davanti dal Parlamento di Madrid dal primo ministro, Mariano Rajoy. Sollecitato dai rumors di mercato che danno per imminente l'arrivo di un taglio dei rating da parte di Moody's a 21 istituti di credito iberici ieri il premier ha spiegato che «la Spagna rischia di non poter far ricorso al mercato dei bond. Al momento c'è un serio rischio che non ci prestino più denaro oppure che lo facciano a prezzi astronomici» ha detto il premier sottolineando che «tutte le misure» che il suo governo sta adottando «sono necessarie per uscire dal tunnel». Rajoy ha poi allargato lo sguardo all'Europa aggiungendo che «sarebbe un enorme errore» l'uscita della Grecia dall'euro ma ha aggiunto: «Va bene l'austerity, va bene la crescita, ma vorrei un chiaro e forte messaggio in difesa dell'euro e un'affermazione della sostenibilità del debito pubblico di tutti i paesi europei che sono oggetto di discussione in questa fase». La Spagna ha paura insomma di trovarsi incastrata nel possibile processo di uscita dalla Grecia dalla moneta unica. Anche se questa fosse «ordinata» come teorizzato martedì dal direttore del Fmi, Christine Lagarde. I presupposti per trovarsi in prima linea con Atene nel possibile disordine conseguente al ritorno alla dracma ci sono. Il campanello d'allarme resta lo spread, che non è solo quello tra i Btp italiani e il Bund tedesco, ma anche quello segna la differenza di rendimento tra il titolo di Berlino e il Bonos di Madrid. Ieri questa differenza è schizzata al nuovo livello record di 507 punti. «Non c'è altra scelta per la Spagna che continuare il cammino del risanamento perché in caso contrario il rischio sarebbe davvero grande» ha ribadito ieri anche il ministro del Tesoro, Crsitobal Montoro, secondo il quale «il solo modo per la Spagna di uscire dalla crisi è attraverso un rafforzamento dell'Unione monetaria europea». Montoro ha anche aggiunto che «nelle casse dello stato non c'è più un solo euro disponibile per aumentare la spesa pubblica e che il paese deve riuscire a superare i dubbi che riguardano il livello del suo indebitamento». Insomma non si possono allentare i cordoni. Prima di tornare a crescere, secondo Montoro, la Spagna deve consolidare il suo bilancio. Il ministro ha poi rassicurato i correntisti: «In Spagna non verranno imposti divieti ai prelievi bancari come fece l'Argentina nel 2001 per fronteggiare la crisi». Un provvedimento del genere sarebbe «tecnicamente impossibile», ha sottolineato «In Spagna è impossibile un corralito», sul tipo delle limitazioni ai prelievi bancari imposti in Argentina durante la crisi del 2001» ha dichiarato Montoro, nel ribattere a un recente commento dell'economista statunitense Paul Krugman. «Chiedo prudenza ai premi Nobel che parlano di questo, perché è tecnicamente impossibile. La Spagna sarà l'anno prossimo nell'euro e con l'economia stabilizzata», ha dichiarato Montoro. Riguardo alle pressioni della Ue perché la Spagna realizzi uteriori riforme e tagli del deficit pubblico, il titolare delle Finanze ha sottolineato: «Non abbiamo bisogno di altre pressioni da parte di nessuno. Non c'è un movimento che sta facendo questo governo che non sia verificato dalla Ue. Ripeto, stiamo facendo tutto con loro», ha assicurato. Forse il tutto rischia di non bastare però. Il macigno che pesa sull'economia spagnola è il suo sistema bancario. Che ha gonfiato i suoi bilanci negli anni scorsi con finanziamenti monstreal settore immobiliare. E che ora con lo scoppio della bolla rischiano di trovarsi con i caveau pieni di mattoni e cemento al posto dei soldi. Insomma il centro del problema sono ancora loro: le banche. Una di queste, la Banxia, è stata già seminazionalizzata dal governo la scorsa settimana. Restano tutte le altre. La ciambella di salvataggio può arrivare da Francoforte. La banca centrale di Madrid ha chiesto alla Bce di lavorare insieme sul sistema bancario spagnolo in difficoltà. Fil.Cal.

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