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Bufera in Confindustria, Bombassei alla conta

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Il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei

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Si va alla conta. Il 16 aprile Bombassei riunirà di nuovo gli imprenditori di Confindustria che lo sostengono e che nello scorso incontro a Milano hanno formato il movimento «Impresa al centro». Una vera e propria corrente che è intenzionata a far sentire il suo peso a cominciare dalla formazione della squadra del nuovo presidente Squinzi al suo programma. Sabato scorso Squinzi e Bombassei si sono incontrati e sui media è passata la tesi di una riconciliazione. In realtà Bombassei ha ribadito la richiesta, condivisa dalla sua «corrente», di un profondo cambiamento della struttura di Confindustria e ha anche detto che verificherà, a cominciare dalla formazione della squadra di presidenza, se il nuovo presidente intende far proprio tale rinnovamento. Insomma il patron della Brembo vuole avere la garanzia che le persone scelte da Squinzi come vicepresidenti, saranno pronte a recepire queste sollecitazioni. La riunione del 16 aprile precede di soli tre giorni la Giunta fissata per il 19 nella quale Squinzi presenterà la sua squadra che dovrà essere votata. In questi giorni, secondo un tam tam crescente a viale dell'Astronomia, molti imprenditori che hanno votato per Squinzi, sarebbero sempre meno convinti della scelta e tentati dal supportare la linea di Bombassei. Quello che il patron della Brembo e la sua «corrente» contestano è la struttura pachidermica di Confindustria regolata da uno Statuto vecchio e con un meccanismo interno ultra burocratico e costosissimo. In sostanza mentre Confindustria accusa il sistema della pubblica amministrazione di eccesso di burocrazia e quindi di ostacolare le imprese, la stessa associazione di viale dell'Astronomia è ingolfata nel funzionamento interno da un eccesso di regole e moltiplicazione di strutture che rendono molto farraginoso il dialogo tra le imprese. Un esempio? Se un imprenditore vuole dialogare con un altro imprenditore di un comparto produttivo diverso dal proprio, deve prima contattare l'associazione di cui fa parte, poi la federazione, poi la struttura centrale di Confindustria che lo rinvia alla federazione dipertinenza dell'altro imprenditore che a sua volta lo dirotta all'associazione di categoria e questa, infine all'impresa. Un imprenditore non riesce a mettersi in contatto direttamente con un collega ma deve fare questo percorso a ostacoli. Un ginepraio di passaggi che richiede mesi e che forse non ha eguali nella elefantiaca pubblica amministrazione. Ultimamente poi alcune associazioni sono state divise con una moltiplicazione di cariche ma anche con una esplosione di contenziosi. Sono circa 180 i contenziosi tra associazioni che si sono rivolte al «tribunale» interno di Confindustria, i probiviri, per far valere le loro ragioni. Ora i «ribelli» di Bombassei contestano questo eccesso di regolamentazione burocratica, la struttura elefantiaca che costa un miliardo e mezzo l'anno di contributi e che, ritengono, inadatta a fare gli interessi delle imprese. Reclamano che vengano messi al centro del programma del nuovo presidente la competitività e l'innovazione con un cambio di passo rispetto al passato. Ma Squinzi che nella Giunta del 19 presenterà i suoi vice ha già detto: «Sarà la mia squadra»

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