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Finmeccanica perde. Svolta nel 2012

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I conti 2011 chiusi con un «rosso» di 2,3 miliardi. Previsto il ritorno dell'utile

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Undazio pagato alla crisi ma anche alle scelte gestionali del passato. Un risultato negativo che il gruppo di Piazza Montegrappa vuole considerare un punto di partenza per la rinascita con una «necessaria e incisiva rivisitazione della strategia industriale e del modello di business e tecnologico» ha spiegato ieri il presidente e ad Giuseppe Orsi dopo il cda che ha approvato i conti. Il risultato sarà visibile già quest'anno con l'utile netto. Nel 2012 il gruppo stima un risultato operativo di 1,1 miliardi e il flusso di cassa positivo, ricavi fra 16,9 e 17,3 miliardi e ordini per 17,5 miliardi. A spiegarlo, il numero uno del gruppo, Giuseppe Orsi, precisando che il percorso sarà di «ristrutturazione pulita, non finanziaria o contabile», «non ci sarà un aumento di capitale né bad company». La discontinuità con un «passato non semplice», quello del suo predecessore Pier Francesco Guarguaglini, avverrà dal punto di vista strategico, industriale, gestionale ed etico. Finmeccanica ha già fatto un rinnovo importante del management in Italia e all'estero. La sua missione è ora «essere, e in parte già è, il più importante presidio dell'industria italiana sulle più avanzate frontiere della tecnologia, con una forte proiezione internazionale, cui si accede con standard etici elevati».Un percorso che passa dalla scelta delle aree su cui concentrarsi («non siamo in grado di portare all'eccellenza un così vasto spettro di attività») e in cui investire, cioè difesa e tecnologia avanzata: aeronautica, elicotteri ed elettronica per la difesa («il mondo Selex e Drs rappresenta il business principale di Finmeccanica e deve diventarne anche l'attività più remunerativa»), con una posizione forte nelle altre attività collegate alla difesa. Quelle tecnologicamente più avanzate potranno trainare la crescita dell'Italia, nei settori dell'industria high-tech, e dovranno rappresentare il presidio del Made in Italy tecnologico. Confermato il piano di dismissioni per un miliardo: entro l'anno quella di Ansaldo Breda, con un no comment della società sull'interesse di Hitachi. La svolta parte dalla presenza per la prima volta di alcuni consiglieri: l'ammiraglio Guido Venturoni (per i consiglieri indipendenti) e Francesco Parlato per il ministero dell'Economia.

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