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L'Ue si svegli La Cina rischia di travolgerla

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Questafrase racchiude il dramma dell'Europa. Fucina di leggi e regolamenti ma non di azione di governo. Si è sempre considerato il vecchio continente quale patria della democrazia. Tutto questo finché le genti, assopite dal culto democratico europeo e da una moneta unica che sembrava unire, si sono improvvisamente risvegliate per la deflagrazione dei debiti sovrani. Ne è nata una pericolosa tensione fra democrazia e debito. Il popolo di alcune nazioni ha dovuto scoprire che la sua sovranità è cessata. Si sta tornando alla teoria di Breznev sulla sovranità limitata da altre democrazie, tali al loro interno, ma despoti verso maggioranze democratiche costrette da imposizioni esterne ad affrontare dolorose politiche di austerità. La libertà delle genti è dovuta ad un sistema di governo democratico. Questa permette libertà di impresa che è tale se sostenuta dal credito. Ma il sistema economico risulta ingessato perché vincolato da rigorose politiche di bilancio che tendono al pareggio. I governi legiferano per i posteri. Che, quando eserciteranno, il diritto al voto questo sarà privo di contenuto. Il paradosso è dato dal fatto che i vari dittatori nel pianeta stanno cadendo come birilli. In regioni dove l'uguaglianza democratica era chimera. L'Asia avanza e ci sta conquistando. Prendiamo la Cina che sta diventando potenza egemone. In questo continente le iniziative economiche hanno quegli spazi fino a poco tempo fa preclusi. I cinesi ci stanno occupando manu militari, senza armi ma con l'arroganza del conquistatore. Da loro il rispetto dei diritti civili va a farsi benedire. Sembra di vivere la rivoluzione dei coloni che entrano prepotentemente in casa del nobile decaduto. Questo resta attonito di fronte alla spogliazione delle ricchezze. La nobiltà di lignaggio non difende. Dobbiamo pagare i debiti e farli pagare ai nostri discendenti. È in pericolo la democrazia? Non nel senso classico, con l'avvento dell'uomo forte, ma con la calata degli Unni che razziano. La nostra civiltà è in pericolo. L'Europa lo deve capire se non si vuole tornare all'agricoltura. Quella rurale.

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