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Serve ritrovare lo spirito dei padri dell'Ue

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Ilfrancese Schuman, con esperienze vissute nella Germania nazista, si rese conto che l'unità europea avrebbe potuto basarsi soltanto su una riconciliazione duratura con la Germania. Lo statista redasse il famoso piano pubblicato il 9 maggio 1950, considerata la data della nascita della Unione Europea. Il piano proponeva il controllo congiunto della produzione di carbone e acciaio. Materie prime indispensabili per la ripresa di un'economia distrutta dalla guerra. Il Cancelliere tedesco accolse con favore l'idea, nella quale riconobbe una opportunità di pace per l'Europa. L'accordo per la creazione della Comunità Europea carbone e acciaio fu firmato nel 1951 a Parigi e vi aderirono anche Belgio, Paesi Bassi e l'Italia degasperiana. Molta acqua è passata sotto i ponti. Altri governanti, in un'atmosfera di pace, introdussero la moneta unica per trasformare in domestico il mercato europeo. Sulla carta. Ora alla luce delle vicende che stiamo vivendo, che futuro avrà l'euro? La Grecia si salverà? E l'Italia, terza potenza europea? Poi, Portogallo, Ungheria e altro? Martin Wolf commentatore del Times affermò il 24 novembre 2010 che «qualunque unione volontaria tra economie diverse è inevitabilmente un'avventura pericolosa» Altri autori affermano che il potere che ha dato luogo alle scorribande finanziarie è colpa dell'Euro. Moneta debole che subisce l'assenza di una vera unione politica che possa garantire alle regioni in difficoltà di non essere abbandonate economicamente. La crisi morde le caviglie e si stanno creando tra le genti disparità, che potrebbero causare disordini. L'Italia è parte di una Europa che, al momento, subisce gli umori tedeschi. L'orgoglio nazionale dovrebbe indurre gli opinionisti a far capire che battaglie di retroguardia danneggiano la collettività. Mario Sechi ha chiuso l'editoriale di domenica con «servirà un Monti anche per la cultura?» Aggiungiamo, con Tito Livio, occorre un altro Cincinnato? «Ultima speranza per l'autorità del popolo romano». E perché non anche quello europeo? Riflettiamoci.

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