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Borse giù, Piazza Affari precipita

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Un operatore finanziario alla Borsa di Milano

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Il riaccendersi delle preoccupazioni per la situazione del debito sovrano e la solidità delle banche dell'Eurozona ferma il rally di inizio anno delle Borse del Vecchio Continente, reduci da due sedute in forte rialzo. I listini europei hanno registrato una decisa battuta d'arresto, con Milano maglia nera (-2% il Ftse Mib) davanti a Madrid (-1,7%), Parigi (-1,6%) e Francoforte (-0,9%), mentre il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha chiesto interventi rapidi e coordinati da parte dei governi ammonendo che «l'Europa è sull'orlo della recessione». A deprimere le Borse sono state in primo luogo le preoccupazioni sulle banche (l'indice di settore Dj Stoxx Bank ha perso l'1,6%). I dati della Bce sui depositi presso l'Eurotower (saliti al nuovo record storico di 453,2 miliardi) e i 15 miliardi di prestiti di emergenza continuano ad allarmare gli investitori, evidenziando una crescente diffidenza degli istituti nel prestarsi denaro, e la continua necessità di attingere alle linee di credito straordinarie della Bce. Non ha rasserenato gli animi neppure il maxi-sconto (43% sul terp) deciso da Unicredit per invogliare a sottoscrivere l'aumento da 7,5 miliardi che partirà lunedì. Le aste sui titoli di Stato tedeschi e portoghesi hanno poi riacceso l'attenzione sul tema del debito pubblico dell'Eurozona e aperto la 'garà tra i vari Paesi per rifinanziarsi in un 2012 pieno di scadenze. Quest'anno i governi del Vecchio Continente, secondo Deutsche Bank, dovranno vendere 865 miliardi di debito, 262 dei quali concentrati nel primo trimestre. Berlino ha collocato oggi bund decennali per 4 miliardi, sotto il massimo di 5 miliardi previsto. La domanda, pari a 5,16 miliardi, è stata inferiore - secondo l'agenzia Bloomberg - alla media dei 5 anni precedenti. In calo i rendimenti spuntati dal Portogallo sul collocamento di un miliardo di titoli a tre mesi. Dopo l'asta tedesca l'euro ha ripiegato sul dollaro, indebolito anche dalla contrazione dell'inflazione nell'Eurozona (2,8% a dicembre contro il 3% di novembre), che alimenta la possibilità di un nuovo taglio dei tassi da parte della Bce. L'asta tedesca - accompagnata dal rinvio dei colloqui tra l'Ungheria, l'Fmi e la Ue, con il fiorino che è crollato al minimo sull'euro a fronte di un nuovo record dei credit default-swap - ha riacceso i timori sui debiti sovrani, costringendo la Bce ad acquistare bond italiani, spagnoli, irlandesi e portoghesi. A Borse chiuse sono filtrate anche le dichiarazioni del premier greco Lucas Papademos che, ai sindacati e alla Confindustria ellenica, ha detto che Atene fallirà in marzo senza un accordo per un nuovo piano economico con Fmi, Ue e creditori privati. Nonostante l'intervento dell'Eurotower lo spread tra il decennale tedesco e italiano si è mantenuto appena sopra i 500 punti base, con un rendimento dei nostri Btp del 6,94%, mentre il differenziale con la Spagna si è aperto di 12 punti base, a 350 punti, in scia alle indiscrezioni - smentite dal governo iberico - di una possibile richiesta degli aiuti della Ue e dell'Fmi.  

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