Moody's declassa Eni, Enel e Finmeccanica
Inparticolare Poste Italiane viene retrocessa a A2 da AA2, Enel a A3 da A2. Terna è stata retrocessa a A3 da A2. Eni spa da A1 da AA3 e Eni Usa da A1 a A2. Finmeccanica, outlook stabile, è stata declassata a Baa2 da A3. Unicredit passa da Aa3 a A2 mentre Intesa San Paolo da Aa3 a A2. Per quanto riguarda Allianz e Generali, il rating resta invariato mentre l'outlook è cambiato da stabile a negativo. E non è finita. L'agenzia statunitense ha poi abbassato di due punti i rating di un ulteriore gruppo di enti locali il cui livello di valutazione si colloca al di sotto di quello nazionale, una fascia in cui il quadro, già deteriorato, si è appesantito con le decisioni del governo. Il gruppo comprende nove regioni, una provincia e tre città: Abruzzo scende a Baa1 da A2; Calabria a Baa2 da A3; Campania a Baa2 da A3; Lazio a Baa2 da A2; Molise a Baa1 da A2; Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia scendono tutte ad A3 dal precedente rating di A1, così come la provincia di Rieti; la città di Civitavecchia scende a Baa1 da A2; Firenze ad A3 da Aa3 e infine Napoli a Baa3 da Baa1. La notizia è arrivata in tarda serata, al termine di una giornata nella quale Europa e Fondo Monetario internazionale avevano tranquillizzato gli animi: il declassamento del rating italiano deciso da Moody's non cambia il giudizio della Ue sul nostro Paese. Il portavoce della commissione Amadeu Altafaj Tardio è categorico: «La mia reazione, dice, è la stessa di quando c'era stato il giudizio di Standard & Poor's, qualche giorno fa: l'Italia è seriamente impegnata in forti e ambiziosi sforzi di consolidamento e le misure sui conti decisi in luglio e settembre vanno in quella direzione, rendendo possibile al paese il raggiungimento una posizione vicina al pareggio di bilancio nel 2013». Anche il Fondo monetario internazionale promuove i conti italiani. «Il problema dell'Italia è della crescita, deludente negli ultimi venti anni, ma i conti pubblici sono buoni, non sono mai stati meglio di ora», afferma il responsabile del Dipartimento europeo, Antonio Borges.