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"Non siamo il capro espiatorio dell'Euro"

La bandiera dell'Europa e quella greca. Sullo sfondo il Partenone, simbolo di Atene

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La Grecia si avvia verso l'inevitabile default. Un processo che sembra obbligato dopo che Atene ha ammesso di non riuscire a rispettare gli obiettivi economici nel 2011. Ma i ministri finanziari dell'Eurogruppo riuniti ieri hanno rinviato ancora la decisione sulla sesta tranche di aiuti pari a 8 miliardi. Il risultato è stato l'ennesimo capitombolo delle Borse mentre ad Atene infuria la protesta contro i tagli ai dipendenti pubblici. Secondo la nuova legge di bilancio che il governo ha presentato al Parlamento l'economia greca subirà una contrazione del 2,5% anche nel 2012, dopo quella del 5,5% di quest'anno. Nella bozza si prevede un tasso di disoccupazione del 15,2% nel 2011 e del 16,4% nel 2012 e un debito al 172,7% del Pil l'anno prossimo e del 161,8% quest'anno. Il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn ha fatto sapere che ad Atene la troika sta ancora valutando l'impatto dei nuovi tagli sul bilancio greco. Inoltre ha sottolineato che le misure decise dal governo devono prima passare al vaglio del Parlamento. Il presidente dell'Eurogruppo Juncker ieri ha annunciato che sugli aiuti deciderà una riunione apposita dei ministri entro una decina di giorni dopo aver analizzato la valutazione della troika sull'attuazione dei programmi di consolidamento. Il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos parlando al summit dei ministri economici a Lussemburgo, ha cercato di ridimensionare la grave situazione di Atene. «La Grecia è un Paese con difficoltà strutturali, ma non è il capro espiatorio dell'Eurozona. Abbiamo la possibilità e la capacità di andare avanti nonostante una profonda recessione». Venizelos ha fornito alcuni dati che dovrebbero indicare la possibilità per la Grecia di farcela. «L'anno prossimo l'avanzo primario greco sarà di 3,2 miliardi e quest'anno il deficit primario sarà di 2,3 miliardi, in calo da quota 24 miliardi del 2009» ha detto Venizelos sottolineando che la Grecia «ha deciso tutte le misure necessarie, per quanto difficili, per rispettare gli obblighi assunti nei confronti dei partner istituzionali». Ha anche rimarcato che la nuova legge di bilancio «è molto ambiziosa e il consolidamento fiscale e finanziario è molto forte». Il portavoce del governo, Ilias Mossialos ha spiegato che il taglio dei 30.000 statali avverrà entro la fine dell'anno tramite il trasferimento di migliaia di addetti della PA o di imprese a controllo statale in una speciale «riserva di manodopera» dove riceveranno una retribuzione al 60% dei livelli attuali. Ma finora i tagli sono solo sulla carta, perché permangono forti scetticismi sulla capacità di Atene di attuare effettivamente le misure annunciate, che oltre a questa sforbiciata da operare in tre mesi, prevedono addirittura di far saltare 150 mila posti tra gli statali da qui al 2015.

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