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Marcegaglia: siamo stufi di essere lo zimbello internazionale

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Emma Marcegaglia

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{{IMG_SX}} "L'Italia è un paese serio e siamo stufi di essere lo zimbello internazionale". Usa toni durissimi la numero uno di Confindustria, sollecitata a commentare il declassamento del rating italiano. "Standard&Poor's valuta l'insieme delle cose, legge i giornali, ma poi credo che valuti anche il debito pubblico, il deficit: credo che faccia una valutazione complessiva". Così, a margine di un convegno al Cersaie di Bologna, Emma Marcegaglia, che ha poi aggiunto: "Standard and Poor's ci declassa perchè c'è una fragilità nell'implementare le decisioni prese e perchè non si cresce. Questo è il tema che ritorna - ha proseguito - quindi noi ribadiamo che è questione veramente di ore e di giorni. Pare che il nostro governo abbia convocato il Consiglio dei Ministri giovedì: è essenziale - ha ammonito - che in quella riunione si decidano delle cose che diano assolutamente un segno di discontinuità".   Pensioni, la riforma più urgente. Nell'attuale situazione economico finanziaria l'Italia ha bisogno di riforme e, in particolare, occorre "terminare la riforma delle pensioni in modo definitivo", nonostante la possibilità di non accontentare realtà politiche come la Lega Nord o le parti sociali, quello che serve è "salvare il Paese". E se questo scontenta sindacati e Lega, chi se ne frega, dobbiamo salvare il Paese".  Oltre a riformare le pensioni, serve per la presidente della confederazione una riforma fiscale che "abbassi le tasse su imprese e lavoratori", ed eventualmente "alzare le tasse sulle cose, sui patrimoni, una grande vendità di patrimonio immobiliare, un investimento sulle infrastrutture e sulla ricerca". Secondo Marcegaglia, infine, "se non succedono queste cose, se non facciamo questo piano organico, ma ancora iniziative spot, il rischio per l'Italia è molto forte e anche per l'Europa". "Basta con i sorrisini" Parlando alla platea di imprenditori della ceramica italiana, Marcegaglia poi ha sottolineato il malessere dell'imprenditori italiani quando vanno all'estero con i loro prodotti. "Siamo stufi di vederci considerati con il sorrisino, perché siamo gente seria che vuole essere giudicata su quello che fa e sui prodotti che presenta". "Non vogliamo essere derisi per colpe che non abbiamo". L'Italia, ha aggiunto Marcegaglia a margine di un convegno alla fiera Cersaie di Bologna, "è un paese che complessivamente e senza meritarselo sta perdendo credibilità. Questo - ha concluso - non va bene per l'orgoglio nazionale e non va bene neanche per le esportazioni e la nostra capacità di vendita".     Sulle dimissioni del premier, "Non sta a me dirlo. Non sta a Confindustria dire queste cose". Così ha replicato a chi le ha chiesto un commento sull'opportunità di rassegnare la proprie dimissioni da parte di Silvio Berlusconi. "Il momento - ha osservato - è difficilissimo e abbiamo poche ore e pochi giorni: o il Governo è in grado di fare quelle riforme profonde che danno discontinuità e ci fanno tornare a crescere, oppure non può stare". A giudizio di Marcegaglia, ancora, "siamo in una situazione talmente complicata che non fare niente e stare in una situazione di stallo vuol dire condannare l'Italia a una situazione molto difficile. Chiediamo cose chiare - ha puntualizzato ancora -, urgenti, e siamo pronti a fare la nostra parte. Ci siamo resi disponibili - ha aggiunto riferendosi agli industriali - ad accettare nuove tasse su patrimoni e cose purchè si abbassino le tasse sui lavoratori e imprese per riprendere competitività e - ha concluso - capacità di crescita". "Non c'è più tempo: o il governo è in grado domani o la prossima settimana di mettere in piedi una serie di misure gravi, serie, impopolari, altrimenti questo governo deve andare a casa" ha tuonato la Marcegaglia.

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