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Investitori attratti dall'Italia

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ValerioMaccari L'Italia attira ancora gli investimenti esteri. Secondo le indagini condotte dall'Area Research di Banca Monte dei Paschi, nei primi 7 mesi dell'anno sono almeno 27 le multinazionali estere che hanno investito o hanno pianificato investimenti nel Belpaese. Un processo che genererà, nel corso dei prossimi quattro anni, un flusso di capitali di circa 1,2 miliardi di euro. Ad attirare gli investitori stranieri, chiaramente, è la possibilità concreta di acquistare "a sconto": ma anche la nostra manodopera specializzata, i nostri talenti e la posizione geografica strategica, al centro dell'area Emea. Fattori che compensano il freno imposto dagli alti costi del lavoro, l'elevata presenza burocratica, il basso tasso di crescita del mercato. Tanto che, secondo le stime Ocse, nel primo trimestre del 2011 l'Italia ha messo a segno un incremento degli Fdi (gli investimenti esteri diretti) del 25% rispetto allo stesso periodo del 2010, superiore alla media del G20. Un dato degno di nota, soprattutto se si considera che Francia e Germania, i paesi dell'area euro tradizionalmente più attrattivi, hanno registrato pesanti contrazioni, rispettivamente del -102,1% e -73,6% anno su anno. L'area europea, comunque, si conferma come una delle principali mete degli investimenti esteri diretti. Secondo il World Investments Prospect, stilato dalla Nazioni Unite sulla base di un sondaggio che ha coinvolto 236 aziende multinazioni, l'Europa rimarrà una destinazione fondamentale dei capitali per tutto il biennio 2011-2012, con un recupero dell'attività di internazionalizzazione soprattutto nel secondo anno. Da notare che nel 2010, per la prima volta, le aree emergenti abbiano assorbito oltre la metà dei flussi totali di fondi. La crisi del debito europeo, aggravatasi nelle ultime settimane, potrebbe quindi accelerare il flusso verso i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e porre un freno all'arrivo di nuovi Fdi in area Euro nei prossimi mesi. L'Europa e soprattutto l'Italia, avverte per questo l'Area Studi Montepaschi, devono quindi agire sull'enforcement contrattuale, la pressione fiscale e la burocrazia, fattori decisivi per mantenere elevata nei prossimi anni la loro capacità di attrazione. In Italia, il settore più interessante è l'industria fotovoltaica e delle energie rinnovabili, nel mirino di numerose multinazionali europee ed americane. Previsti anche investimenti nel settore dei trasporti, nell'automobilistico, nel chimico farmaceutico ed alberghiero, mentre operazioni di acquisition caratterizzeranno costruzioni e grande distribuzione. Molte le aziende di consulenza legale e finanziaria, con sede nel Regno Unito, che stanno rafforzando la loro presenza nel nostro territorio; mentre le grandi multinazionali asiatiche puntano all'industria pesante e le infrastrutture. Fra cui, forse, il superporto di Trieste-Monfalcone, che dovrebbe essere al centro dei colloqui tra il ministro degli Esteri Franco Frattini e il direttore del fondo d'investimento sovrano cinese Gao Xiqing.

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