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La "tobin tax" non piace alle Borse

Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e David Cameron a Bruxelles

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L'idea della "tobin tax" non piace alle Borse europee che inaugurano in rosso la seduta all'indomani del vertice Merkel-Sarkò per poi recuperare nel corso della giornata sulla spinta dell'apertura di Wall Street. Migliorano le principali borse europee sulla scia del buon andamento degli indici americani spinti da risultati economici migliori delle attese per la catena commerciale Target (+3,7%) e dalle previsioni sull'intero esercizio di Staples (+2%).  Il Ftse Mib guadagna a Milano l'1,29%, mentre a Parigi il Cac 40 segna un rialzo dell'1,44% e Londra (+0,1%) gira in positivo. Ancora debole invece Francoforte, che limita però il calo (-0,2%). I dubbi che agitano i mercati sono condivisi da più parti nel vecchio continente. Una certa dose di scetticismo non viene celata dal ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan, il quale spiega che l'Irlanda insisterà affinché la tassa sulle transazioni finanziarie venga applicata non solo all'Eurozona, ma in tutti i 27 paesi membri dell'Unione europea. Al contempo si fanno sentire le banche di credito cooperative tedesche, che paventano i rischi connessi al nuovo prelievo: potrebbe indurre a trasferire investimenti finanziari verso lidi più appetibili mentre neppure è certo - sostiene l'associazione delle banche - che la tassa sia in grado di bloccare le speculazioni. Come annunciato da Sarkozy e Merkel, i ministri delle Finanze di Francia e Germania, Francois Baroin e Wolfgang Schauble, "faranno all'inizio di settembre ai loro omologhi una proposta di messa in atto della tassa sulle transazioni finanziarie", si legge in una nota il ministero delle Finanze francese. Ma se Berlino e Parigi accelerano, Londra frena. Un portavoce del governo britannico ha spiegato che la tassa ha senso solo se applicata a livello mondiale "altrimenti le transazioni finanziarie abbandoneranno i paesi che la applicheranno unilateralmente". "Il governo continuerà le discussioni con gli altri partner internazionali in merito alla tassa sulle transazioni finanziarie - ha detto un portavoce del ministero delle finanze britanniche - ma resta ben chiaro che qualsiasi tassa deve essere applicata a livello globale altrimenti le transazioni non faranno che spostarsi laddove non saranno tassate". Il presidente della commissione Ue, Jose Barroso, e il commissario agli affari economici Ue, Olli Rehn, accolgono con favore la proposta Merkel-Sarkozy sulla tassa per le transazioni finanziarie e giudicano un contributo politico importante il vertice franco-tedesco che ha proposto una nuova governance della zona euro. I vertici Ue ricordano peraltro come sulla tassa, definita "uno strumento chiave per assicurare che il settore finanziario contribuisca in maniera più equa ai conti pubblici", la Commissione presenterà presto una propria proposta. Secondo Barroso e Rehn inoltre "una moneta comune implica delle responsabilità comuni e richiede un coordinamento più stretto delle politiche economiche". Gli eurobond "sono un'idea interessante ma non sono la soluzione ai problemi di oggi", è la posizione del portavoce della Commissione Ue. "Gli eurobond sono un'idea promettente e che va nella direzione di una maggiore integrazione economica", ha ricordato Olivier Bailly, sottolineando che su questi "al momento non c'è consenso politico", aspetto che in ogni caso rende "non possibile" la loro realizzazione. Ma, ha sottolineato il portavoce Ue, "questo tipo di osservazioni", anche secondo quanto affermato da Francia e Germania che ugualmente si sono riferiti al fatto che non si tratti di una soluzione per il momento attuale ma non in generale, "non lasciano la porta chiusa per future considerazioni" sull'opportunità degli eurobond, su cui comunque Bruxelles si è già impegnata da tempo a condurre uno studio di fattibilità nei prossimi mesi.   Sul fronte dell'economia reale l'Europa incassa stamattina due dati contrastanti: quello positivo viene dalle rilevazioni Eurostat e registra un rallentamento dei prezzi a luglio scorso con l'inflazione al 2,5% contro il 2,7% segnato a giugno. Il dato negativo tocca al mercato del lavoro britannico che appare coerente con la turbolenta situazione sociale delle periferie londinesi: a luglio le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione hanno sofferto la maggiore crescita mensile dal maggio 2009, oltre le previsioni degli analisti. Oggi il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è al 7,9%. Sta peggio il Portogallo che si attesta secondo i dati diffusi stamane al 12,1% nel secondo trimestre dell'anno, anche se in calo rispetto al 12,4% del trimestre precedente. Sull'asse Parigi-Berlino da registrare intanto anche la proposta di negare i fondi strutturali a chi non rispetta le regole sul deficit. E' contenuta in una lettera inviata da Francia e Germania al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, in cui i due Paesi dettagliano le loro idee per rafforzare la governance economica dell'Unione. Nel testo, firmato da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, "auspicano una rapida definizione del pacchetto legislativo sul rafforzamento del Patto di stabilità e sulla nuova sorveglianza macroeconomica". Borse europee positive con Milano in testa e qualche stonatura dovuta agli effetti della tobin tax per l'Europa, ipotizzata dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal primo ministro tedesco Angela Merkel per fare fronte alla crisi europea. Se hanno tirato il fiato le materie prime, l'energia ed il settore farmaceutico, hanno sofferto invece la banche e le società che gestiscono i circuiti di borsa. In particolare sono sprofondate la London Stock Exchange (-2,81% a Londra), la Deutsche Boerse (-4,97% a Francoforte), Nyse Euronext (-4,73% a Parigi) e Bolsas y Mercados Espanols (-5,14% a Madrid). Difficoltà in campo bancario per Commerzbank (-5,19%), Barclays (-4,21%), Rbs (-3,81%) e Societè Generale (-2,51%) e Deutsche Bank (-2,2%). In controtendenza le italiane Banco Popolare (+3,17%), Bpm (+2,16%) e Intesa Sanpaolo (+2,01%). A due velocità gli automobilistici con acquisti sui produttori di pneumatici Pirelli (+4,98%), Nokian Renkaat (+4,77%), Continental (+0,56%) e Michelin (+0,31%) e vendite sui costruttori di veicoli Volkswagen (-1,28%), Fiat (-1,01%) e Renault (-0,51%). Bene le materie prime, favorite dalle quotazioni dei metalli all'asta di Londra. Fresnillo ha guadagnato il 5,64%, Antofagasta il 2,77% e Vedanta l'1,37%. Bene anche i petroliferi Statoil (+2,85%) e Total (+1,5%), mentre in campo farmaceutico hanno corso Fresenius (+2,86%) e Novartis (+2,19%). Effetto conti sul produttore di birra danese Carlsberg (-17,48% a Copenhagen), che ha diffuso i dati del primo semestre, con un risultato operativo in calo del 5% e previsioni sull'intero esercizio in ribasso a causa dei ricavi in Russia. Gli indici dei titoli guida delle principali borse europee: Londra -0,49%; Parigi +0,73%; Francoforte -0,77%; Madrid +0,62%; Milano +1,27%; Amsterdam +0,39%; Stoccolma +0,02%; Zurigo +0,89%.

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