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«Chi evade sbaglia ma va ascoltato»

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Il presidente di Confcommercio: c'è chi non ce la fa più a pagare troppe tasse

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.Il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli all'assemblea nazionale solleva il problema di chi per l'eccessiva pressione fiscale è costretto ad evadere. «Bisogna ascoltare e capire le ragioni di chi davvero non ce la fa più a pagare troppe tasse e troppi contributi. È gente che non conosce l'indirizzo dei paradisi fiscali, ma che sente sulla propria pelle il morso della crisi. Non meritano - ha detto - di essere bollati tutti come evasori e di essere condannati alla chiusura delle loro imprese». Per Sangalli, si deve procedere con determinazione sulla strada del contrasto e del recupero dell'evasione. «Un imponibile evaso per almeno 255 miliardi è una tremenda ipoteca per la crescita del Paese». E ha proposto di fare cassa anche con la lotta alla contraffazione. Poi lancia un monito al governo in vista della preparazione della prossima manovra economica: «Se si ipotizza una sorta di scambio tra la riduzione delle aliquote Irpef e l'innalzamento delle aliquote Iva, siamo assolutamente contrari». Occorre intervenire per rilanciare i consumi che nel 2011 rallenteranno facendo registrare un incremento complessivo dello 0,7% e nel 2012 dell'1,2%. Sangalli poi elenca i sei handicap di Berlusconi: debito pubblico, dipendenza energetica, deficit infrastrutturale, ritardi della giustizia civile, peso della burocrazia, evasione fiscale. «Bisogna fare di più dando al Paese obiettivi ambiziosi e mobilitando, per il raggiungimento di questi obiettivi, le sue migliori energie». Bene l'obiettivo del governo di deficit prossimo, nel 2014, allo zero ma «richiederà una manovra correttiva dell'andamento dei conti pubblici pari, nel biennio 2013-2014, a circa 2,3 punti di Pil». Poi attacca la politica che «corre il rischio dell'autoreferenzialità e del conflitto permanente». Sangalli ha poi aggiunto che, per risolvere i problemi causati dalla crisi, «da soli, non ce la fanno il mondo delle imprese e il mondo del lavoro». Una secca rassicurazione sull'Iva arriva dal ministro Paolo Romani: «non è assolutamente intenzione del governo costruire la riforma fiscale sull'aumento dell'Iva».

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