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Sindacati e imprese in pressing sul fisco

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LeonardoVentura Doppio binario per la politica economica del Governo che, nonostante l'esito dei referendum, procede senza sosta. La manovra da 45 miliardi dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri dopo la verifica politica che si terrà il 22 giugno. Quindi non in tempo per l'Ecofin del 20 giugno al quale comunque il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dovrebbe illustrare a grandi linee i numeri che porteranno l'Italia a centrare il pareggio di bilancio nel 2014. Poi si dovrebbe stringere sulla delega fiscale, quando anche i tavoli di lavoro saranno in grado di consegnare i loro primi risultati (presumibilmente il 21 giugno). Prosegue intanto il dibattito sulle diverse ipotesi di copertura, sia della manovra, sia della riforma fiscale (per quest'ultima lo stesso Tremonti ha parlato di 80 miliardi). Il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, insiste sulla necessità di fare la riforma fiscale toccando direttamente e subito la spesa pubblica. Intervento «non rinviabile» al prossimo Governo. E mentre il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, annuncia che la riforma «sarà presentata sulla base della manovra di politica di stabilità» e che non sarà «né facile, né indolore». L'ipotesi è quella di ritoccare all'insù l'aliquota Iva del 20% e quella agevolata del 10% e far calare contestualmente la prima aliquota Irpef dal 23 al 20%. Ma accanto a questa ipotesi c'è anche quella di allineare sul 20% la tassazione sulle rendite finanziarie. In ogni caso il leader della Cisl, Raffaele Bonanni minaccia: «ora giù le tasse o se la vedranno con i lavoratori». Sulla copertura della manovra (secondo le ultime voci si asciugherebbe a 2,5 miliardi nel 2011) si continua a parlare di tagli alla spesa (ma non tagli lineari), si contabilizzano i risparmi dall'introduzione dei costi standard e a un intervento sul pubblico impiego (si parla di congelamento degli stipendi). Resta valida l'ipotesi di una sanatoria in vista della riforma del processo civile. E si discute sull'innalzamento delle pensioni delle donne nel privato e di un aumento dei contributi per i collaboratori. Si riapre il capitolo soppressione enti (si parla dell'Ice) e di una nuova sforbiciata ai costi della politica con l'ipotesi di abolizione delle Province).

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