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Riassetto sospeso per Fincantieri

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.«Fino a quando non ci saranno ipotesi di riconversione e ristrutturazione condivise, nessun cantiere verrà chiuso» ha spiegato ieri Romani, tornando così a fornire rassicurazioni sulla vicenda di Fincantieri in una giornata segnata da nuovi scioperi e proteste contro il piano industriale a base di esuberi e chiusure. Intanto si attende l'incontro di oggi tra i sindacati e il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani che ha assicurato che l'esecutivo Ue «farà tutto ciò che si può fare». Il ministro Romani ha fornito nuove rassicurazioni: «c'è la necessità di trovare delle ipotesi di riconversione e di ristrutturazione condivise. Sino a quel momento i cantieri non si chiudono». Romani, che ha convocato per il 3 giugno azienda e sindacati, ha anche indicato la necessità di «salvaguardare la filiera produttiva» della cantieristica italiana e «puntare sulla competivitità dell'azienda per recuperare quote di mercato perdute e salvaguardare la manodopera». Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha quindi aggiunto che ci sono i margini per aprire una trattativa: il piano, ha detto, «deve essere negoziato e discusso». Intanto, in attesa di conoscere dalla commissione Ue gli strumenti che l'Europa è pronta a mettere in campo per Fincantieri (Tajani ne ha indicati tre: la strategia comunitaria per la cantieristica 2015, il fondo per il turismo e il fondo sociale europeo) le strade per rimettere in pista l'attività di Fincantieri sono molteplici. Già mercoledì scorso è arrivato il via libera al finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti di 830 milioni di euro a Carnival per l'acquisto di due navi da crociera da Fincantieri. Un contratto che dà un minimo di garanzia per mantenere un'adeguata attività produttiva nei cantieri. Ma secondo quanto risulta a Il Tempo dal pensatoio economico che gravita attorno al ministro Giulio Tremonti sarebbe stata elaborata una nuova proposta dello stesso tenore. E cioè l'inserimento nel contratto di vendita della Tirrenia alla Compagnia Italiana Navigazione di una clausola che preveda il rinnovo della flotta, in gran parte ormai vetusta, con navi nuove costruite da Fincantieri. A un prezzo più basso ovviamente di quello effettivo (dunque con una parte a carico dello Stato) per renderlo competitivo con i listini dei competitor asiatici. Una prova di sistema Paese. E cioè soldi privati italiani che resterebbero nel circuito produttivo nazionale. E che presterebbe il fianco a una sola accusa: aiuto di Stato. Una pratica invisa all'ortodossia comunitaria ma applicata anche dai partner più forti come la Germania nell'acme della crisi. E in fondo compatibile con lo sforzo che Bruxelles è pronta a sostenere per Fincantieri.

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