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Fiat, Marchionne: lasciati soli

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«Ci hanno lasciati soli. Su Pomigliano e Mirafiori ci hanno lasciati soli». Usa un tono sferzante, senza tanti giri di parole come è nel suo stile, l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne per rimproverare al sistema Paese di essere stato latitante su molte delle partite industriali strategiche. Il manager approfitta della presentazione della gamma Jeep a Balocco, nel Vercellese, per l'affondo, nel pieno di un'altra questione cruciale: la vertenza alla ex Bertone di Torino. «Le difficoltà che stiamo incontrando alla Fiat riflettono una mancanza di coesione. L'ad ha sottolineato comunque che Governo e «parte del sindacato» ha appoggiato l'azione del Lingotto, ma «è il sistema che continua a costringere la Fiat a difendersi per il suo piano di investimenti nel Paese». Poi la situazione all'ex Bertone. «O si raggiunge un accordo nel giro di pochi giorni oppure salta». E come per Mirafiori, Marchionne usa toni ultimativi: «I piani alternativi ci sono: li abbiamo sia in Italia, sia altrove. Preferirei la Maserati in Italia». Lo scoglio è sempre quello della Fiom che il manager però liquida così: «Lasciamo giudicare ai lavoratori. Sarebbe un vero peccato per loro, ma ognuno è libero di fare le sue scelte». Giovedì l'azienda incontrerà i sindacati per mettere a punto un testo sul quale poi questi potranno indire il referendum tra i dipendenti dello stabilimento. Marchionne ha già detto che sulla consultazione dei lavoratori «non ci sono problemi. Anzi così avremo le idee chiare». La Fiom ha fatto sapere che parteciperà all'incontro. Marchionne ha parlato anche delle strategie internazionali annunciando che «a giorni Fiat salirà dal 25 al 30% in Chrysler. Mancano solo pochi dettagli». Confermato anche il lancio dell'Alfa Romeo negli Stati Uniti nel 2012: nessuno slittamento al 2013. Forse entro l'anno Fiat acquisirà un altro 16% di Chrysler per arrivare al 51%. «Dipende se riusciremo a rifinanziare il debito con il Governo», ha precisato. «Useremo la cassa che abbiamo in bilancio, ne abbiamo abbastanza». La quota del 16% di Chrysler è calcolata in base a una formula piuttosto complessa: «Stimiamo che si possa arrivare a spendere tra 800 milioni e 1 miliardo di euro», valutano gli analisti di Borsa. Non è invece una questione di giorni per le strategie del gruppo torinese in Russia dopo che è saltata l'alleanza con Sollers. «Decideremo a maggio», ha aggiunto Marchionne. Infine, l'atteso miglioramento del mercato auto sembra arrivato. Secondo l'ad neanche aprile sarà un gran mese per il gruppo «ma quest'anno andrà meglio dello scorso».

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