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Granarolo guiderà la cordata su Parmalat

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Paroladi Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo. Granarolo quindi, con i suoi 880 milioni di ricavi, si candida ad essere il cuore della cordata tricolore per salvare Parmalat dalle mani della francese Lactalis, che ha già messo sul piatto quasi un miliardo e mezzo di euro per conquistare il 29% del gruppo di Collecchio. «Ritengo che ci siano le condizioni per creare un grande campione europeo del latte e entro una settimana ci sarà la proposta» ha detto Calzolari mostrandosi fiducioso in una rapida soluzione della vicenda. I due gruppi insieme, infatti, «sfiorerebbero il 50% del mercato del latte» e le cose «sono due - ha detto il numero uno di Granarolo - o rimaniamo piccoli e contendibili, oppure riconosciamo che questa è una questione importante per l'economia agricola del nostro Paese». Granarolo ha sempre detto di voler entrare nella partita senza investire contanti, ma portando in dote gli asset dell'azienda lattiero-casearia. In attesa di avere novità dalle banche (Intesa SanPaolo, Unicredit e Mediobanca) e dalla Cassa depositi e prestiti che ha incassato il via libera dal governo a valutare un intervento, i legali di Lactalis e di Parmalat si sono ritrovati al Tribunale del Comune emiliano per la sospensiva richiesta dai francesi al provvedimento col quale il cda di Parmalat ha stabilito di far slittare a giugno l'assemblea dei soci. Dopo due ore di udienza il giudice Renato Mari si è riservato di decidere sul ricorso. Fonti giudiziarie riferiscono che una decisione potrebbe essere adottata tra oggi e sabato. Intanto, a sostenere il bisogno dell'italianità di Parmalat è stato il sindaco di Verona, Flavio Tosi. «È chiaro che sulle grandi aziende strategiche l'Italia arriva un po' tardi - ha detto - Gli altri Stati le hanno difese con le unghie e con i denti, ora l'abbiamo capito anche noi». «Queste grandi imprese - ha aggiunto - sono d'interesse nazionale. Se le grandi aziende strategiche restano italiane è meglio». Il rischio scalate «è una debolezza politica, il premier deve far capire che questi atteggiamenti non sono graditi, e lo può fare». L.D.P.

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