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«Basta privilegi e clientele»

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«Bastaconflittualità nella politica, serve uno scatto di realismo e di orgoglio nazionale. Siamo stanchi di continui cambiamento nei nostri interlocutori e soffriamo dell'opacità con cui molte amministrazioni locali si trovano oggi ad operare». Aurelio Regina intervenendo dal Rainbow MagicLand di Valmontone alla prima Assemblea Generale di Unindustria, l'Unione degli Industriali di Roma, Frosinone, Rieti, Viterbo, ha sferzato il governo. Ad ascoltare il presidente di Unindustria un affollato parterre di imprenditori ma un unico rappresentante del governo, il sottosegretario Gianni Letta. Berlusconi ha dato forfait all'ultimo momento, perchè «preso da impegni internazionali» è stato riferito, così pure i ministri dello Sviluppo Economico Paolo Romani e dell'Economia Giulio Tremonti. Assente anche il presidente della Regione Renata Polverini mentre il presidente della Provincia Nicola Zingaretti ha lasciato la sala prima della fine dei lavori. Regina ha declinato le richieste prioritarie del mondo imprenditoriale delle grandi provincie dell'Italia centrale, dallo sviluppo delle infrastrutture alla riqualificazione del turismo e ha sferzato la politica. «Siamo stanchi di assistere a questo indecoroso spettacolo di privilegi e di clientelismo» ha detto e ha ricordato le valutazioni della Corte dei Conti secondo cui nel 2010 «comportamenti pubblici hanno sottratto a Roma 320 milioni, una cifra che avrebbe potuto essere utilizzata per ridurre i debiti». Al governo ha chiesto di accelerare la riforma del fisco e del mercato del lavoro. Regina ha poi espresso dubbi se «il federalismosia una priorità» e ha chiesto che sia approvato l'ultimo decreto legislativo che «permetterà a Roma Capitale di avere poteri necessari per lo sviluppo economico, l'urbanistica e i trasporti». Poi ha lanciato una sfida: «Perchè non mettere in sezuenza la candidatura alle Olimpiadi e il Giubileo del 2025?» Alle punture di regina ha replicato Letta: «Basta critiche alla politica, anche gli imprenditori devono fare uno sforzo maggiore. Vedo lo spirito imprenditoriale affievolirsi». Una critica che non è andata giù al presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. «Gli imprenditori non hanno perso la voglia di fare» ha replicato rilanciando la palla alla politica. «Serve un programma chiaro. Bene il rigore sui conti pubblici e la riduzione della spesa ma a patto che il Paese torni a crescere almeno del 2%». Ha elencato gli ostacoli allo sviluppo: costo dell'energia elevato, eccesso di burocrazia e peso fiscale e scarse infrastrutture.

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