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Eni blocca Greenstream Niente gas dalla Libia

Operai al lavoro in un gasdotto

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Alla fine quello che più si temeva, e cioè la ripercussione energetica per l'Italia della crisi libica, si è avverata. La frenata nella produzione di alcuni giacimenti hanno spinto l'Eni a chiudere, per motivi precauzionali legati alla sicurezza degli impianti, il rubinetto del Greenstream, il gasdotto che porta verso l'Italia circa il 10% del metano utilizzato nel Paese. Una situazione che non dovrebbe avere ripercussioni sul sistema Italia secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani che ha puntualizzato: «Il sistema non è a rischio e non c'è alcun problema per noi». Stamattina comunque il Comitato di emergenza gas, si riunità al ministero per monitorare con attenzione la situazione. La sospensione delle forniture libiche mette a rischio oltre 9 miliardi di metri cubi di gas che, qualora la crisi dovesse perdurare, sarebbero compensati da maggiori iniezioni di gas da altri Paesi. Attualmente l'Italia riceve oltre 40 miliardi di metri cubi dall'Algeria (22,7 miliardi di metri cubi nel 2009) e dai paesi dell'ex Urss (20 miliardi di mc nel 2009). Dall'Olanda e dalla Norvegia, arrivano in Italia oltre 8 miliardi di metri cubi che si aggiungono agli altri 8,7 miliardi di metri cubi (nel 2009) che provengono da altri paesi minori. Il sistema di stoccaggio di gas esistente in Italia, poi, può consentire, in caso di necessità, di avere un'ulteriore riserva per la sicurezza delle forniture, ha sottolineato il ministero dello Sviluppo Economico, precisando che in ogni caso sono «assicurati i consumi per il medio-lungo periodo».   Insomma nessun pericolo di crisi da import per il Cane a Sei Zampe che nel paese del Colonnello ha molti altri dossier economici aperti. Il gruppo guidato dall'ad Paolo Scaroni è, infatti, impegnato in Libia dal 1959. E oggi è il primo operatore internazionale di idrocarburi nel Paese con una produzione che, nel 2009, ha raggiunto 522 mila barili al giorno. Diverse le zone di perforazione e di sfruttamento nei quali i tecnici Eni lavorano in partnership con altre compagnie. In particolare la zona B nel grafico in pagina, un'area situata nel deserto libico orientale, comprende il giacimento ad olio di Bu Attifel, scoperto nel 1967 e in produzione dal 1972, e il giacimento minore situato nel blocco NC 125. Nel 2009 la produzione dell'area è stata di circa 88 mila barili al giorno (dei quali circa 14 mila per Eni). È di fronte alla capitale che si trova invece la zona A. Si tratta dell'offshore mediterraneo e comprende il giacimento a olio Bouri, scoperto nel 1976 e in produzione dal 1988, che nel 2009 ha fornito circa 45 mila barili/giorno (circa 14 mila in quota Eni). Un terzo blocco di produzione è quello che nella mappa corrisponde alla lettera C. Si tratta del giacimento onshore Wafa avviato nel settembre 2004, che nel 2009 ha prodotto circa 117 mila barili al giorno di liquidi e gas naturale (circa 88 mila in quota Eni). A questo segmento si aggiunge la capacità del giacimento offshore Bahr Essalam, avviato nell'agosto 2005, e che lo scorno anno ha prodotto circa 148 mila barili al giorno di liquidi e gas naturale (circa 112 mila in quota Eni).   La produzione onshore è trattata presso gli impianti Wafa e inviata, tramite pipeline, all'impianto di Mellitah per l'esportazione del gas e il frazionamento e la commercializzazione dell'olio e dei condensati. La produzione offshore è invece operata attraverso la piattaforma Sabratha, installata sul giacimento di Bahr Essalam, dove i liquidi ed il gas sono sottoposti a pre-trattamento e, tramite condotte sottomarine, inviati all'impianto costiero di Mellitah per il trattamento finale. Nella mappa è indicata invece con la lettera E un'area, situata nella zona desertica Sud-Occidentale a circa 800 chilometri da Tripoli, che comprende il giacimento a olio El Feel (Elephant). Si tratta di un campo che, nel 2009, ha prodotto circa 110 mila barili al giorno (circa 14 mila in quota Eni). Il petrolio è trattato presso gli impianti presenti nell'area e poi inviato tramite oleodotto all'impianto costiero di Mellitah per lo stoccaggio e la commercializzazione. Nel deserto libico Occidentale è, infine, previsto lo sviluppo del giacimento A-NC118 a seguito della dichiarazione di scoperta commerciale avvenuta a fine 2006. La produzione sarà trasportata tramite la pipeline esistente che collega Wafa a Mellitah.

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