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La cedolare fa risparmiare

Edile al lavoro

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La cedolare rimane sempre un'opzione più vantaggiosa per i proprietari con i redditi alti che possono arrivare a risparmiare anche a oltre 1500 euro l'anno in caso di un affitto di oltre 800 euro al mese ma per chi stipula contratti liberi la convenienza fra il regime Irpef scatta già, seppur minima, a partire dai redditi di 15.000 euro (dove l'aliquota è al 27%) con uno sconto di quasi 200 euro. Per i contratti concordati invece, dove pure l'imposta cedolare è al 19% invece del 21% dei contratti liberi la soglia di convenienza è fissata più in alto, per i proprietari con redditi oltre i 28mila euro che potranno risparmiare 361 euro. Sotto tale asticella invece scegliere la cedolare comporta un aggravio fino a 600 euro. La Confedilizia traccia gli effetti delle novità nelle sue tabelle dalle quali è possibile ipotizzare un canone annuo di 10mila euro pari a 833 euro al mese. Una panoramica degli effetti del nuovo testo sulla cedolare secca che, va ricordato, incorpora anche le addizionali regionali e comunali Irpef oltre che l'imposta di registro e l'imposta di bollo. Quando scatta la convenienza. Per chi stipula un contratto libero dichiara un reddito sopra i 15mila euro la scelta della cedolare comporta, rispetto al regime Irpef, un risparmio di 195 euro dovendo pagare 2.100 euro rispetto ai 2.295 calcati con l'aliquota al 27%. Per i proprietari più poveri invece che beneficiano dell'aliquota al 23% passare alla cedolare comporterebbe un aggravio di spesa di 60 euro rispetto ai 1955 del regime Irpef. Risalendo la scala dei redditi il risparmio si fa consistente a partire dalla prima aliquota del 38% e pari a oltre 1000 euro (1.130) crescendo in maniera progressiva a 1385 e 1555 euro per le due successive fasce (41 e 43%). In canoni agevolati meglio irpef fino a 28mila euro. L'ultima versione del testo fissa ai 28mila euro l'asticella per optare a favore della cedolare che, in questo tipo di affitti (chiamati anche concordati) è al 19%. Sotto questo livello infatti si pagherebbero in più 532 e 294 (rpt in più 532 e 294) euro per le due aliquote inferiori. Sui redditi più alti lo sconto è meno consistente rispetto ai contratti liberi e si ferma a 361 per i redditi da 28 mila euro, a 539 per quelli da 55mila e 658 euro per i redditi più alti gravati dall'aliquota del 43%. Il Tesoro ha fornito intanto alcune delucidazioni sul testo appena presentato: anche con le aliquote ribassate (dal 23 al 21% per i canoni liberi e dal 20 al 19% per quelli concordati) la cedolare secca sugli affitti risulta coperta, per cassa. Inoltre sarà di 11,2 miliardi nel 2011 e di 11 miliardi nel 2012, il gettito che dovrebbe entrare nelle casse dei Comuni.

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