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Nel 2009 orribile si salvano le multinazionali tascabili

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Èil messaggio che si può ricavare dall'indagine 2010 dell'ufficio studi di Mediobanca sui dati cumulativi di 2.025 imprese italiane e in particolare dalle tendenze mostrate dalle semestrali. Le informazioni analizzate sono quelle fornita dalle società quotate (e che rappresentano il 30% del campione oggetto dell'indagine). Le voci del conto economico mettono in evidenza un recupero di un terzo del fatturato, sottolinea l'ufficio studi di Mediobanca, e un recupero più che proporzionale dei margini, di circa due terzi. Nel valutare queste variazioni, precisano però gli economisti di Piazzetta Cuccia, bisogna considerare che il primo semestre 2009 aveva coinciso con il momento peggiore della crisi e pertanto le variazioni calcolate tendono ad essere relativamente elevate. L'analisi mette in evidenza nell'intero 2009 un calo del 16,5% dei ricavi totali (con un calo maggiore dell'export -19,2% rispetto al nazionale -15,5%) su un campione che rappresenta circa il 50% del fatturato dell'industria, il 69% dei servizi pubblici, il 31% dei trasporti e il 24% della distribuzione al dettaglio, e dà con buona approssimazione una fotografia dell'economia italiana. Emerge in questo quadro il virtuosismo delle medie imprese (fatturato inferiore ai 330 milioni e meno di 500 dipendenti) che hanno contenuto il calo dei ricavi al 16,3 per cento. Meglio hanno fatto anche in termini occupazionali: nel 2009 hanno tagliato 1.713 dipendenti, per un calo percentuale inferiore di un punto (-1,7%) rispetto al -2,7% medio, e nel triennio 2007-2009 hanno ridotto il personale dell'1,1%, meno del -2,9% del totale delle 2025 imprese. Anche gli investimenti hanno tenuto: il calo percentuale è stato del 7,8%, a fronte del 20% medio, uniche a non essere scese ai minimi del decennio, con i disinvestimenti pari al 33% in percentuale sui nuovi investimenti.

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