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Nasce la newco Fiat per Pomigliano Domani l'incontro con il governo

L'amministratore delegato di Fiat Group Sergio Marchionne

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Sarebbe già pronta formalmente la newco per Pomigliano e si chiama "Fabbrica Italia Pomigliano". E' quanto emerge consultando il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Torino, dove la nuova società è stata registrata il 19 luglio. Controllata al 100% da Fiat Partecipazioni, Fabbrica Italia Pomigliano ha un capitale di 50mila euro euro ed è presieduta dall'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne. Il presidente sarà affiancato in Consiglio da Alessandro Baldi, Camillo Rossotto e Roberto Russo. Oggetto della newco "attività di produzione, assemblaggio e vendita autoveicoli e loro parti". CONVOCATI I SINDACATI - La Fiat, intanto, ha convocato i sindacati metalmeccanici giovedì all'Unione Industriale di Torino, alle 9,30. All'ordine del giorno - secondo i sindacati - dovrebbe essere la comunicazione della disdetta degli accordi vigenti e, in particolare, del contratto nazionale di lavoro e della newco costituita il 19 luglio. Si parlerà inoltre di Pomigliano con i sindacati che hanno firmato l'intesa del 15 giugno. A questa seconda parte dell'incontro non dovrebbe quindi partecipare la Fiom. Domani, invece, ci sarà il tavolo chiesto dal governo nella sede della Regione Piemonte sulla vicenda dello stabilimento di Mirafiori e del trasferimento della produzione della nuova monovolume della casa torinese in Serbia. NO AD ATTI UNILATERALI - Dal tavolo previsto per domani sulla Fiat "mi aspetto la possibile convergenza tra l'azienda e le organizzazioni sindacali su obiettivi di investimento nei diversi siti produttivi, quindi di garanzia di volumi di produzione adeguati a garantire livelli occupazionali e allo stesso tempo condizioni di efficiente uso degli impianti sulla base di buoni e condivisi moduli di organizzazione del lavoro e di comportamenti coerenti dei sindacati", ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. "Il governo agisce per far convergere le parti. A me preoccupa solo l'eventualità che le parti non trovino l'accordo; è necessario - ha aggiunto Sacconi - che su Pomigliano non ci siano atti unilaterali da parte della Fiat". IL CONTRATTO NAZIONALE - La disdetta del contratto nazionale di lavoro da parte della Fiat interesserebbe 25.000 dipendenti: si tratta dei lavoratori degli stabilimenti di Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Termini Imerese e degli impiegati degli enti centrali. La disdetta diventerebbe operativa il 31 dicembre 2012, quando scadrà l'attuale contratto di lavoro e quindi la Fiat uscirebbe dalla Federmeccanica il primo gennaio 2013.  

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