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Giorno degli esami per le banche Ue

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Èil grande giorno degli stress test sulle banche europee. Un termine anglosassone che indica il risultato di simulazioni dell'impatto di diversi scenari economici sui bilanci degli istituti di credito. La pubblicazione è prevista per oggi alle 18 con una nota del Comitato dei supervisori bancari europei (Cebs), Banca centrale europea e Commissione che conterrà i dati aggregati. Successivamente, le Banche nazionali diffonderanno i risultati a livello di singoli stati e le banche quelli che li riguardano direttamente. Al centro dell'indagine ci sono 91 banche del Vecchio Continente e per l'Italia saranno coinvolti i maggiori 5 istituti di credito: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Banco Popolare e Ubi banca. L'attenzione ai risultati è massima. Rasserenare il mercato finanziario ancora troppo volatile rappresenta un importante strumento per consolidare la ripresa economica. L'operazione trasparenza e cioè la diffusione dei dati ha incassato il plauso del Fondo Monetario Europeo: «Si tratta a nostro parere di un passo importante per ricreare fiducia nel settore e aumentarne la trasparenza». Nessuna anticipazione sui risultati è comunque stata data ieri. Le indiscrezioni circolate hanno però motivato gli acquisti in Borsa di titoli bancari. Il sentimento predominante è dunque positivo sull'esito. L'agenzia Bloomberg ha scritto ieri ad esempio che Bank of Ireland e Allied Irish Bank, i due maggiori istituti di credito irlandesi, hanno superato l'esame. In Italia il secco «no comment» del ministro dell'economia Giulio Tremonti sui risultati attesi è stato corroborato dal capo economista del Tesoro, Giulio Codogno, che ha rassicurato sugli esiti per gli istituti italiani. Per loro «non ci saranno sorprese» visto che sono «più solide» rispetto alle concorrenti europee. Per Codogno, tuttavia, le aspettative per gli stress-test sono forse «un poco eccessive». Infatti, per l'economista «se negli Stati Uniti i test hanno rappresentato una svolta per i mercati internazionali, l'importanza dell'Europa è minore». Un esempio dei possibili risultati è stato dato ieri da rapporto dell'Afo diffuso dall'Abi. In uno scenario sfavorevole per l'Italia il crollo degli utili bancari sarebbe del 60% nel 2010 e il ritorno alla crescita avverrebbe solo dal 2011. Gli operatori incrociano le dita.

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