Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Valerio Maccari Una banda larga mobile che rischia il collasso a causa dei troppi smartphone e delle poche risorse degli operatori, aggravando il ritardo di «un sistema-paese ancora poco digitale qual è il nostro».

default_image

  • a
  • a
  • a

Nonostantela crisi economica mondiale e la scarsa diffusione della banda larga («siamo al 17esimo posto nell'Ue») le tlc riescono comunque a tenere, segnando nel 2009 una diminuzione dei ricavi totali del 3,3% ma continuando l'espansione dei volumi. «Tutti i principali operatori - ha detto Calabrò - «hanno chiuso i loro bilanci in attivo, malgrado la pressione competitiva delle nostre regole abbia portato all'ulteriore diminuzione dei prezzi (-31% negli ultimi 15 anni)». Ma per quanto riguarda i servizi internet, l'Italia è indietro. «Il futuro – ha avvertito Calabrò -presuppone l'ultra banda, e le reti di nuova generazione in fibra ottica. Ma gli stessi dati che ci vedono ai primi posti in Europa sul fronte dei prezzi dei servizi tradizionali ci classificano sotto la media Ue per diffusione della banda larga». Bene invece il comparto televisivo, che cresce nel 2009 dell'1,7%. Si riduce la forbice tra i ricavi complessivi di pay-tv (+7,4%) e pubblicità (-9,3%): una conferma di un nuovo assetto televisivo «essenzialmente tripartito tra Rai, Mediaset e Sky». Per migliorare la qualità del servizio pubblico, Calabrò propone un «diverso assetto della governance Rai, svincolato dai partiti, che liberi gli elementi imprenditoriali». Necessario però sciogliere il nodo del canone, introducendo «un sistema di riscossione che riduca l'evasione», anche in vista dell'ultimarsi della migrazione al digitale, forse raggiungibile già nel 2011. A tal proposito, Calabrò rivendica la recente approvazione da parte di Agcom del piano frequenze, che libererà risorse per le tv nazionali, locali e alta definizione ed anche 9 canali per la banda larga come richiesto dall'Ue. Sulla banda larga nel frattempo è arrivata la risposta dell'amministratore delegato di Wind, Luigi Gubitosi. «Siamo pronti a partire non appena Governo e Agcom ci metteranno in condizione di farlo», ha affermato. «Il progetto degli operatori alternativi è solido e immediatamente finanziabile. Manca solo il contesto normativo».

Dai blog