Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Oggi doppio corteo a Pomigliano

Operai Fiat davanti ai cancelli di Pomigliano

  • a
  • a
  • a

Doppia manifestazione oggi a Pomigliano per il sì e per il no all'accordo sullo stabilimento Fiat. Alle 17.30 fiaccolata favore dell'intesa di dipendenti e familiari. In mattinata assemblea pubblica dello Slai Cobas per dire no all'accordo e al referendum.   LETTA (PD): SÌ ALL'INTESA - "Per il futuro della Campania e della Fiat è necessaria la vittoria dei sì al referendum" sull'accordo per il futuro di Pomigliano, incalza il vice segretario del Pd, Enrico Letta, a margine della manifestazione del Partito democratico contro la manovra del Governo.  "L'accordo - sottolinea Letta - non è un accordo modello, ma un accordo di emergenza che, quindi, non dovrà fare scuola, non deve essere un precedente". Quanto alle divisioni, proprio a sinistra, sull'accordo, Letta ricorda che anche sul protocollo per il Welfare, ai tempi del Governo Prodi, la sinistra radicale assunse una posizione diversa sul referendum e poi vinsero i lavoratori. Ora "mi stupisce - conclude Letta - che per la sinistra il referendum non conti, cioè non conti la volontà dei lavoratori". OCCASIONE STRAORDINARIA - Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni dalle colonne del Corriere della Sera sostiene la fiaccolata dei quadri Fiat a favore dell'accordo per il mantenimento dello stabilimento campano. "Mi auguro - dice Bonanni - che aderiscano anche molti operai. Lo spirito che li muove è anche il nostro". Per il leader sindacale "occorre assolutamente approfittare della straordinaria occasione che abbiamo per salvare la fabbrica di Pomigliano e aprire una nuova pagina nei rapporti tra azienda e sindacato". "si diceva che la Fiat era ormai cotta, che aveva la testa a Belo Horizonte o a Detroit", dice ancora Bonanni, e invece dopo l'accordo con la Chrysler "ecco i frutti: un delocalizzazione al contrario". Tuttavia, secondo Bonanni, "anche la Fiat dovrebbe riflettere sugli errori del passato". FIOM: REFERENDUM? È UN RICATTO - La Fiom ribadisce invece il suo no all'accrodo. La sigla non firmerà l'intesa per Pomigliano "per la semplice ragione che è un referendum illegittimo: non si può chiedere ad un lavoratore di votare contro la Costituzione". Lo afferma in un'intervista a La Repubblica il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che "non è un referendum libero: si esprimerà un voto sotto la minaccia di essere licenziati. Un vero ricatto". Landini, che sottolinea di trovare "contradditoria" la proposta di Epifani, afferma ancora che "è un pò singolare pensare che dopo la vittoria dei sì si possa cambiare l'accordo". Intervistato anche da La Stampa, il leader della Fiom interviene anche sull'attacco dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, riguardo lo sciopero indetto a Termini, secondo il manager, in concomitanza con la partita della Nazionale di calcio: "Fossi in Marchionne mi eviterei le battute su Termini che lui ha deciso di chiudere tra un anno e mezzo. Su quei lavoratori lì pende la condanna. E basta anche con la storia che difendiamo gli assenteisti. Non è vero".   SCREDITATA LA SICILIA - Dello stesso avviso il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, che sottolinea come fossero stati i vertici dello stabilimento Fiat termitano a comunicare alle organizzazioni sindacali "che erano pronti, pur di non bloccare la produzione, a modificare l'orario lavorativo per consentire ai lavoratori di poter seguire la partita Italia-Paraguay attraverso dei maxi schermi che sarebbero stati montati a spese della Fiat. Poi, improvvisamente, il dietro front dell'azienda". Per il sindaco "Marchionne non perde occasione per screditare la Sicilia e lo stabilimento siciliano. Prima dichiara in maniera infelice che fare impresa in Sicilia non è conveniente. Oggi, nel bel mezzo della vertenza di Pomigliano, sposta i riflettori su Termini Imerese tentado di screditare dinanzi all'opinione pubblica nazionale i lavoratori siciliani". CASINI: BASTA PARASSITISMI - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, dà ragione all'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, perché "dice una verità: non è possibile che il tasso di assenteismo nelle fabbriche sia in coincidenza con gli eventi della Nazionale di calcio". In particolare, guardando alle ultime vicende della dura vertenza tra azienda e Fiom per lo stabilimento Fiat di Pomigliano, Casini osserva: "Un sindacato che difende questi parassitismi e queste rendite di posizione non guarda ai giovani e al loro futuro. Noi vogliamo cambiare pagina".  

Dai blog