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Sì di Confindustria alla manovra "Ora servono interventi strutturali"

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Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia

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Confindustria dice sì alla manovra di «austerity» varata dal governo ma lancia un avvertimento: «mettere in ordine i conti pubblici non basta e non è neppure duraturo senza profonde riforme strutturali». Lo ha detto il presidente Emma Marcegaglia nel suo intervento all'assemblea annuale della confederazione - oggi all'Auditorium Parco della musica di Roma - dove ha rotto le riserve di viale dell'Astronomia sulle misure correttive di finanza pubblica. MANOVRA - «La manovra varata dall'esecutivo - ha spiegato - contiene misure che Confindustria chiede da tempo. Perciò diamo pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell'Economia e approvata martedì» in Cdm. «Gli interventi della Finanziaria 2011-2012 si muovono correttamente per rallentare la spesa», ha sottolineato Marcegaglia, «e arginare l'evasione» fiscale che «è una piaga che va contrastata non per coprire i buchi di bilancio pubblico ma per ridurre le aliquote su chi le imposte le paga». Inoltre «non era più sopportabile la dinamica degli stipendi pubblici nettamente più elevata di quella dei privati, sganciata dalle logiche dell'efficienza e della responsabilità» mentre «la chiusura delle finestre previdenziali è necessaria anche in ragione dell'equità tra generazioni». TAGLI - "Anche la sforbiciata agli enti e ai costi della politica - ha proseguito la leader degli industriali - è sacrosanta ma è solo un buon inizio. Allo stesso modo la diminuzione del 10 per cento delle indennità dei membri del governo va bene ma resta un timido esordio e la razionalizzazione delle province con l'annuncio dell'eliminazione di 10 di esse procede nella giusta direzione ma è ancora troppo poco. Sul fronte della spesa insomma - ha affermato Marcegaglia - la manovra fa propri alcuni princìpi come tagli agli stipendi pubblici, aumenti dell'età effettiva di pensionamento, revoca delle false invalidità, tagli alla sanità ma mancano interventi strutturali per incidere sulla formazione della spesa pubblica. Si traccia il sentiero del suo ridimensionamento che però, ha ribadito, va reso strutturale perchè non è più accettabile il ritornello che la spesa pubblica è incompribile". RIFORME STRUTTURALI - Marcegaglia ha quindi ricordato come "questa maggiore disciplina è stata imposta dall'andamento dei mercati che negli ultimi mesi ha minacciato l'euro e la stessa tenuta della Ue e non è stata invece il frutto di una scelta poltitica maturata con lungimiranza e senso di responsabilità. Ma adesso in Parlamento maggioranza e opposizione hanno la possibilità di dimostrare di voler far propria quella disciplina perseguendo insieme un obiettivo comune, che è quello delle riforme «per tornare a crescere in modo sostenuto, senza ulteriori divisioni. Finora - ha affermato il presidente di Confindustria - il passo delle riforme è stato troppo lento e uno scontro politico e sociale sulla Finanziaria potrebbe bolccarle del tutto. Sarebbe esiziale. Perciò anche dopo questa manovra, e anzi proprio alla luce di questi interventi, riaffermo che le riforme sono più che mai urgenti, riforme che modificano l'operare dello Stato, il perimetro della sua azione, la stessa concezione della sua funzione. Ora bisogna accelelarle - ha ribadito Marcegaglia - ed ecco perchè Confindustria ha proposto a tutti un cambio di marcia per lavorare insieme al superamento delle carenze strutturali del Paese in un'ottica di medio termine e ridare competitività alle imprese, generare più reddito, investimenti e occupazione. Quindi - ha concluso - più crescita". BERLUSCONI - L'offerta gliel'aveva già fatta e la risposta era stata negativa. Ora Silvio Berlusconi interviene alla conferenza annuale di Confindustria e rinnova a Emma Marcegaglia l'invito ad assumere la responsabilità del ministero dello Sviluppo, direttamente all'assemblea di Confindustria. E lo chiede agli stessi associati: "Emma sarà libera di interpretare,ma come vedreste Emma a darmi una mano? Chi è d'accordo alzi la mano... Nessuno alza la mano? Non volete? Allora - dice il presidente del Consiglio e ministro ad interim per lo Sviluppo - non ve la potete più prendere coi poveracci al governo,  che hanno ereditato questa situazione". "Tutto ciò che c'è scritto in relazione è sacrosanto, ma intervenire e cambiare situazione è di una difficoltà assoluta ed estrema - dice il presidente del Consiglio - Abbiamo cominciato a farlo, con questa manovra - sottolinea il premier - andiamo verso riduzione dei costi, interveniamo nel settore pubblico, che ha avuto un andamento dei costi doppio del privato, andiamo nella direzione della lotta all'evasione fiscale e delle false invalidità. Tutte cose - insiste Berlusconi - che dovevano essere fatte prima e che ora siamo obbligati a fare. Bisogna fare di più e in questi tre anni cercheremo di fare di più. Ci piacerebbe che anche voi ci deste una mano. Gli imprenditori che volessero dare una mano conclude il premier - ci mandino la loro disponibilità e il governo ha tante di quelle idee su come utilizzare le disponibilità degli imprenditori che nessuno rimarrà deluso". Berlusconi spiega che "per la prima volta c'è un premier imprenditore, che cerca di comportarsi come nella sua impresa, con concretezza, ma non basta. Perchè le difficoltà che hai indicato nel tuo intervento - dice a Marcegaglia - la riduzione del perimetro dello Stato sono difficili. Ho bisogno di essere aiutato: quando ti ho proposto di prendere la responsabilità dello Sviluppo, mi hai detto 'ma come la prenderanno in Confindustria?'. Ora vorrei rivolgere a voi la domanda". Ma la platea non sembra rispondere con entusiamo".  

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