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Il Senato fissa i paletti sui derivati Stop ai contratti per piccoli Comuni

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Operazioni poco trasparenti, con contratti il più delle volte in inglese fatti sottoscrivere ad amministratori poco esperti e in cui si è perso l'equilibrio fra gli interessi delle pubbliche amministrazioni e quelli delle banche. La Commissione finanze del Senato presieduta da Mario Baldassarri, al termine dell'indagine conoscitiva traccia un severo giudizio sulla stagione dei derivati sottoscritti da numerosi enti locali alla prese con le strettezze di bilancio. Nel documento bipartisan votato all'unanimità da maggioranza e opposizione, la commissione chiede un maggior ruolo di vigilanza da parte del ministero dell'Economia e chiede che il ministero non riceva solo i contratti dagli enti locali ma possa respingerli. Gli enti potrebbero avvalersi di un organo pubblico di consulenza come la Cdp. Poi fissano alcuni paletti: l'obbligo di una traduzione italiana, il divieto di sottoscrivere contratti per i comuni sotto i 100mila abitanti salvo i capoluoghi di provincia, il divieto di prestiti con rimborso unico alla scadenza o che prevedono il versamento preventivo di premi upfront, usato per catturare gli enti alle prese con difficoltà di bilancio.

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