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«Le risorse per riformare il fisco dalla lotta al sommerso»

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Loavete spiegato al governo? Sì. Abbiamo fatto consapevolmente un conto. E cioè che senza risorse aggiuntive non si può procedere alla revisione delle aliquote. Un fatto abbastanza pacifico. Già ma abbiamo anche indicato al governo la strada per reperire i fondi necessari a finanziare gli sgravi: una lotta seria all'evasione e all'elusione fiscale, nonché al lavoro sommerso e minorile. Se ne parla da anni senza successo? Non con la riforma che abbiamo proposto che prevede di introdurre una sanzione penale per chi sfrutta il lavoro nero. Un così forte deterrente potrebbero far emergere una fetta importante dei 350 miliardi di euro che sfuggono al fisco. La riforma del fisco è effettivamente necessaria? Assolutamente sì. Non è possibile che pensionati e impiegati versino al fisco il 46% del salario e della pensione. Così come è strutturato il sistema, a pagare sono sempre i più deboli. Cosa pensa del sistema a due aliquote? Non ci interessa quante saranno le aliquote. La cosa veramente imprescindibile è che quella più bassa sia applicata fino a 100 mila euro. Solo così si aiutano le classi più deboli a mantenere in casa risorse necessarie per i consumi. E il quoziente familiare? Non siamo favorevoli. Sarebbe effettivamente efficace solo per redditi molto bassi e con un alto numero di figli. Le tasse più basse devono interessare tutti i nuclei familiari. Economia italiana. Riparte o no? I segnali di ripresa ci sono ma il sistema non agevola. Un'azienda che lavora, e che paga tasse sul reddito prodotto che arrivano al 60%, non è stimolata a investire per anticipare la ripresa. Anche qui l'evasione impera. Se ci fosse una vigilanza seria non ci sarebbe evasione. Molte aziende denunciano cifre bassissime di fatturato ma nonostante questo restano aperte. Questo è un segnale che qualcosa non va. Sono stati inventati gli studi di settore ma questo sistema è solo un surrogato della realtà. Riforma del pubblico impiego. Brunetta funziona? Credo che non stia cambiando molto. Il grande assenteismo di cui si parla non c'è mai stato a quei livelli descritti. Altre riforme sono lodevoli come gli sms sul cellulare. Parliamo di giovani e lavoro? Siamo a favore della flessibilità cosiddetta buona. Affermare che i giovani non vogliono un lavoro fisso è un discorso che non sta i piedi. Dunque, sì a un periodo di formazione ma poi si trasformino i contratti atipici in tempo indeterminato. Una richiesta al governo? Un cambiamento radicale sulla politica dei redditi. Si parla di far ripartire i consumi. Non solo, ma bisogna anche favorire i risparmi per far crescere gli investimenti e di conseguenza il Pil e per risparmiare ci devono essere stipendi e pensioni adeguate che al momento non ci sono. Fil.Cal.

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