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Marcegaglia: «A gennaio taglio dell'Irap»

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Serveun piano che parta dal primo gennaio per ridurre gradualmente le tasse alle imprese, come l'Irap e quelle sul lavoro. Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, incalza il governo e chiede che si muova con date certe e «un passo concreto dal primo gennaio» perchè c'è bisogno di certezze. La leader degli imprenditori parla a Biella, nell'auditorium della Città Studi, dove partecipa all'assemblea degli industriali che confermano Luciano Donatelli alla presidenza per il prossimo biennio. «Va bene - ricorda dal palco - la proposta di riduzione dell'Irap avanzata dal ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ma deve valere per tutte le imprese e non solo per quelle piccole e micro. «Non si può dire non ci sono soldi e non fare niente», afferma, e chiede di seguire l'esempio della Germania, «Paese competitor», ma anche della Francia, che «si sta muovendo nella stessa direzione». Avverte che gli industriali torneranno alla carica perchè il provvedimento sul credito d'imposta per la ricerca venga inserito nella nuova finanziaria. «Il governo - osserva - ha messo un limite offensivo. Il click day è stato umiliante soprattutto per quelle aziende che non sono state abbastanza veloci a preparare il loro piano e che così sono rimastre penalizzate. Sappiamo che per le nostre imprese la ricerca e l'innovazione sono fondamentali. Siamo gente seria». Marcegaglia sottolinea l'esigenza di ridurre la spesa pubblica: «Ci sono 8.000 società, e fra queste molte privatizzabili, oltre a enti inutili. L'Italia non può stare ferma». Alle banche rivolge un nuovo appello perchè gli imprenditori siano valutati non solo dai bilanci 2008 e 2009, che saranno tragici, ma «dalle persone e dalle loro potenzialità. Oggi entriamo in una fase nuova - afferma - la caduta libera sta frenando e forse il peggio lo lasciamo alle spalle», ma la crisi lascia una situazione difficile. E chiede che a livello internazionale ci siano «nuove regole sulla finanza. Dire che la finanza non ha più bisogno di niente è sbagliato. Noi della Confindustria non siamo per un eccesso legale, ma in questa nuova fase della crisi rischiamo di rivedere gli stessi meccanismi, che causarono il crash delle banche negli Stati Uniti».

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