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L'Italia industriale soffre Ma il sistema tiene

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi

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{{IMG_SX}}Un atto di disperazione quello degli operai della Alstom di Colleferro. Hanno impedito a tre manager di uscire dall'impianto. Non è stato un vero rapimento. Il dramma non si può ignorare. Ma non basta per dire che il Paese sia sull'orlo del collasso. Le rete di protezione sociale sta tenendo. La crisi internazionale non ha ancora finito di dispiegare i suoi effetti sull'occupazione e le strategie messe in campo dal governo nazionale hanno solamente potuto lenire un'onda d'urto che ha spazzato via milioni di posti. L'Italia ha però tenuto. La migliore risposta ai catastrofisti, in genere collocati a sinistra, è che «l'autunno caldo» vaticinato in estate non si è ancora palesato. E per un motivo semplice: la strategia dell'esecutivo. Che piuttosto che spianare la strada al salario per i disoccupati come richiesto dal Partito Democratico, una mossa che avrebbe indotto gli imprenditori a non avere rimorsi nell'avviare licenziamenti di massa, ha preferito un'altra strada. Le risorse sono state investite per tenere il più possibile la gente nei posti di lavoro. Prova ne è il boom della cassa integrazione. A settembre il ricorso agli ammortizzatori, secondo l'Inps, è aumentato sia nei confronti del settembre 2008 (+437,05%), sia nei confronti del mese di agosto 2009 (+95,30%). Quest'ultimo dato però registra l'incremento più basso degli ultimi cinque anni. Certo si tratta di costi imponenti ma la rete di sicurezza stesa a salvaguardia delle imprese ha garantito la coesione sociale. «Le risorse a disposizione sono inimmaginabili» ha detto il ministro Giulio Tremonti dopo la pausa estiva. In attesa che la ripresa economica che alcuni segnali già danno in arrivo (vedi l'aumento del traffico postale e autostradale oltre a quello dei consumi, positivi ad agosto per il terzo mese consecutivo) consentano alle imprese di ricostituire i profitti per i nuovi investimenti e dunque nuovi posti lavoro, il welfare si sta rivelando adeguato ad evitare drammi. E la fine positiva della vicenda ieri a Colleferro ne è la conferma. Gli operai hanno trattato e ottenuto contropartite. La volontà di ricucire e di trovare una mediazione, insomma, ha vinto. Il vero pericolo è ora quello evitare di seguire i pifferai magici che predicano lo scontro sociale. L'antidoto lo ha dato il caso di ieri: evitare le spettacolarizzazioni. Un concetto implicito nelle parole del il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi sul vicenda Colleffero: «Si tratta di un tentativo di drammatizzazione mediatica che non può essere assecondato perché costituirebbe un pericoloso precedente».

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