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Scudo fiscale, avanti tutta Le misure dopo il G8

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Potrebbeessere inserito in corsa nel decreto anti crisi durante l'esame in Parlamento. Quindi in tempi molto ravvicinati, subito dopo il G8. Lo scudo fiscale, fortemente voluto dal ministro Tremonti, porterebbe in cassa 3-4 miliardi che verrebbero utilizzati per ampliare le norme del decreto ma anche per la ricostruzione dell'Abruzzo. Gli imprenditori hanno lamentato i vincoli troppo stringenti della detassazione degli utili reinvestiti. Le entrate portate dallo scudo fiscale consentirebbero di venire incontro alle richieste confindustriali. Lo scudo fiscale verrebbe inserito in un maxiemendamento su cui la fiducia è quasi scontata. Tremonti vuole attendere la fine dell'istruttoria europea e vedere come intendono muoversi gli altri Paesi prima di procedere. La strada comunque è segnata. Questa volta il provvedimento sarà diverso dalle versioni del 2001 e del 2002. Si aggancerà all'articolo 12 del decreto anti crisi quello sul contrasto ai paradisi fiscali. Questo stabilisce che le somme detenute in un paradiso fiscale sono considerate frutto di evasione fiscale salvo prova contraria. L'ipotesi sul tappeto per la nuova versione dello scudo fiscale prevede che i capitali siano rimpatriati tramite gli operatori finanziari. La sanzione che nel 2001 era del 2% del capitale dovrebbe essere elevata fino all'8%. Chi si mette in regola non sarà più perseguibile per il reato di esportazione illecita di capitali. In un primo momento i tecnici del ministero dell'Economia avevano pensato a due diversi livelli di sanzione. L'applicazione di un'aliquota maggiore nel caso di rientro dei capitali nei conti corrente e di una più bassa qualora ci fosse la sottoscrizione di titoli di Stato anche finalizzati alla ricostruzione dell'Abruzzo. Ma questa soluzione avrebbe incontrato lo stop di Bruxelles.

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