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Borse, in fumo 110 miliardi Milano a picco perde il 4%

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Lacaduta era nell'aria da tempo. I segnali di debolezza nelle borse europee dopo gli strappi dei primi mesi dell'anno si erano fatti sempre più frequenti. Così ieri è arrivata la botta. Le piazze del Vecchio Continente hanno bruciato oltre 110 miliardi di capitalizzazione con cali degli indici principali molto pesanti. La peggiore è stata Milano che ha ceduto oltre il 4%, Londra e Madrid hanno lasciato sul terreno il 2,5% mentre Parigi, Francoforte, Amsterdam e Stoccolma hanno perso tutte attorno al 3%. A far partire gli ordini di vendita le notizie arrivate dalla Banca Mondiale che ha pubblicato dati di crescita delle principali economie del pianeta inferiori alle attese. A questo si è poi aggiunto l'allarme lanciato dal presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, che ha sottolineato come nonostante i primi segnali di miglioramento, permanga il pericolo di nuove ed inaspettate turbolenze finanziarie. Forti le perdite su Milano dove gli scambi sono stati fiacchi per 2,18 miliardi, Difficoltà per Enel giustificato dallo stacco di un lauto dividendo mentre deboli sono state le banche. A risentire del calo del greggio scambiato a quota 67,60 dollari sono state Eni (-3,2% a 16,92 euro) e Saipem (-6,76% a 16,27 euro). Sotto pressione i titoli del comparto finanziario. Unicredit ha ceduto il 5,03% a 1,75 euro, Banco Popolare il 3,16% a 4,83 euro e Bpm il 2,67% a 4,10 euro. Più caute Intesa Sanpaolo (-1,32% a 2,25 euro), e Mediobanca (-1,72% a 8,28 euro). In campo assicurativo deboli Fondiaria-Sai (-5,82% a 11,01 euro), Unipol (-3,61% a 0,77 euro) e Generali (-2,27% a 14,23 euro. Una situazione di impasse rispetto alla quale Trichet ha chiesto ai «governi di spiegare in che modo intendono allentare le misure di stimolo varate per far fronte alla crisi e ritornare a politiche fiscali che siano sostenibili nel medio termine». Misure necessarie per un lento ritorno alla normalità della politica monetaria e di quella di equilibrio dei conti pubblici, che però non devono far allentare l'attenzione, perché «ci sono ancora rischi di una improvvisa emergenza per un'inaspettata turbolenza sui mercati finanziari». In quest'ottica Trichet, riferendosi alle cosiddette exit strategy (le strategie di uscita dall'attuale situazione) ha spiegato che bisogna quindi «trovare un giusto equilibrio tra la necessità di agire in relazione alla grave situazione di oggi e all'altrettanto innegabile obbligo di ritornare su una strada sostenibile nel medio termine». Un punto, questo, sottolineato anche dal commissario europeo per gli affari economici e monetari, Joaquin Almunia: «Non possiamo permetterci di uscire da questa recessione creando grandi squilibri che saranno all'origine della prossima crisi» ha detto Almunia.

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