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Consumi ancora in calo a febbraio

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A marzo, poi, il clima di fiducia delle famiglie è tornato a scendere. Una situazione, quella italiana fotografata dall'Indicatore dei Consumi Confcommercio. La contrazione dei consumi rilevata dall'associazione è in linea con quanto registrato a gennaio (-4,3%), e porta a dodici i mesi consecutivi col segno meno, confermando che «la fase critica per i consumi non si sia ancora esaurita». «In linea con queste dinamiche - secondo Confcommercio - a marzo il clima di fiducia delle famiglie è tornato a scendere, dopo un bimestre caratterizzato da un moderato recupero. Particolarmente pesanti continuano a risultare gli effetti della riduzione della domanda interna ed estera sulla produzione industriale». La battuta d'arresto ha interessato soprattutto i beni e servizi per la cura della persona, che nei mesi precedenti era una delle poche voci positive. Ma si conferma anche lo stato di difficoltà per auto e abbigliamento. La riduzione delle vendite di automobili e motocicli, che si inquadra nel -16,4% della domanda di beni e servizi per la mobilità, secondo Confcommercio dovrebbe tuttavia interrompersi a breve con l'effetto degli incentivi. È confermata inoltre la criticità (che dura ormai da oltre un anno) della domanda per i prodotti alimentari, ma cala anche quella di beni e servizi ricreativi così come di servizi di ristorazione e d'alloggio. Tiene invece con segnali di forte difficoltà l'Ict. Preoccupate le associazioni dei consumatori, che tornano a chiedere misure a sostegno della domanda. Occorre andare «oltre le insufficienti e irrisorie risorse stanziate per social card e bonus famiglie», chiedono Adusbef e Federconsumatori, che suggeriscono una defiscalizzazione del reddito fisso per lavoratori e pensionati di almeno 1.200 euro l'anno e una riduzione del 20% dei prezzi dei beni di largo consumo. Il Codacons chiede invece ai commercianti di «abbassare immediatamente i prezzi di almeno il 10%».

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