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Servono consulenti esperti per valutare gli effetti della finanza derivata nei bilanci degli enti locali.

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Un'esigenzamessa in evidenza da più parti nel corso di convegni e seminari specializzati. In uno di questi organizzato nelle scorso settimane dall'associazione culturale Isonomia presso il tribunale di Roma è stata manifestata dai giudici l'esigenza di avere al loro fianco periti che a una profonda conoscenza scientifica abbinino un elevato grado di indipendenza sia dal magistrato sia dalle parti. Una necessità vitale per sminare dai derivati i bilanci degli enti locali se si tiene conto che, per modificare le obbligazioni contrattuali, oltre alla soluzione transattive non esiste altra via che il contenzioso. Una situazione che imporrà la presenza in tribunale di specialisti in grado di valutare con equidistanza i valori dei derivati. Attività non semplice se si considera che le stesse tecniche di inventario utilizzate dalla Ragioneria Generale dello Stato non consentono di stimare l'ammontare dei debiti che insistono potenzialmente nelle casse di comuni e regioni. Serve insomma un software umano ad alto livello e soprattutto indipendenza di giudizio. Qualità che non si riscontrano nemmeno all'interno di una delle categorie deputate alla misurazione dei dati contabili, e cioè i dottori commercialisti, e nella quale il magistrato dovrebbe scegliere il consulente tecnico. Anche lì nonostante le competenze di base non ci sono quelle specifiche. Lo dimostra il fatto che per sopperire alla mancanza spesso ci si rivolge alla stessa parte che ha contribuito a creare il problema, e cioè alle banche. Sempre nelle settimane scorse, ad esempio, l'ordine dei dottori commercialisti di Roma ha tenuto un seminario sull'argomento in cui i relatori sul tema erano dirigenti di due istituti come la Royal Bank of Scotland e Unicredit. L'ultima incertezza in materia è legata ai consulenti finanziari che, grazie al decreto ministeriale del dicembre scorso, otterranno la patente per valutare i rischi degli investimenti. Per essere iscritti all'albo basta un semplice diploma di scuola media superiore, in linea di principio insufficiente a dotarli di competenze scientifiche adatte a una valutazione su un tema complesso come la finanza derivata. Fil.Cal.

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