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"Recessione grave e sincronizzata"

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Jean Claude Trichet è a capo della Banca Centrale Europea

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Le tensioni finanziarie degli ultimi mesi hanno «contribuito al rallentamento dei prestiti delle banche» a imprese e famiglie. E i governi alle prese con i piani di sostegno e di rilancio dovranno «mantenere un atteggiamento disciplinato» per riassorbire in fretta i disavanzi creati per l'emergenza, in modo da non farli scontare alle generazioni future. Insomma un invito al rigore quello scritto a chiare lettere sul bollettino mensile della Banca Centrale Europea, che vede un'incertezza sulla crescita «ancora eccezionalmente elevata» un impatto della crisi finanziaria sull'economia reale che potrebbe rivelarsi più forte del previsto. Spiragli di luce non se ne vedono almeno a breve termine. «L'acuirsi e il diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziari freneranno probabilmente la domanda su scala mondiale e nell'area dell'euro per un periodo di tempo prolungato». È per questo che la Bce, pur sostenendo politiche di bilancio espansive, torna a chiedere cautela negli interventi pubblici a sostegno dell'economia. Operazioni di cassa che non tenessero conto del principio della prudenza rischiano di spostare il costo in modo particolarmente negativo sulle future generazioni. È indubbio però che le «significative misure» avviate dai singoli Stati dovrebbero portare a una maggiore stabilità del sistema finanziario e «allentare le limitazioni nell'offerta di credito». Perché, ha spiegato l'Eurotower, la dinamica dei prestiti bancari è «sostanzialmente più debole rispetto a un anno fa»: a novembre la crescita dei finanziamenti è infatti scesa all'11,1% dall'11,9%. Il settore più colpito dalla recessione è quello manifatturiero, «dove la produzione cala a ritmo sostenuto». Unica buona notizia arriva da l'inflazione. Francoforte prevede che nei prossimi mesi «si dovrebbe ridurre ulteriormente. Per i consumatori, a Bce «si attende che il calo dei prezzi delle materie prime sostenga il reddito disponibile reale nel prossimo periodo». Insomma più soldi per in tasca.

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