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"La crisi finanziaria premia le Popolari"

Giuseppe De Lucia

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Si parla e si scrive di stretta creditizia. Dal suo osservatorio qual è il polso della situazione? «Riconosco che, nel periodo più recente, tutte le banche, chi più chi meno, hanno dovuto subire gli effetti di una crisi finanziaria prima ed economica poi, che si va distinguendo per ampiezza e durata non breve». Come si comportano le Banche Popolari? «Affermo da tempo con la convinzione dei numeri che arrivano, giorno dopo giorno, sul mio tavolo, che il Credito Popolare sta reagendo con particolare capacità e incisività. E non lo dico soltanto io. Penso, ad esempio, all'articolo «La crisi alla fine aiuta le Popolari» di Massimo Mucchetti, pubblicato, nei giorni scorsi, dal Corriere Economia.   Entriamo nel merito? «Certamente. Nel periodo gennaio - ottobre 2008, si registra un tasso di crescita della clientela delle Popolari nettamente superiore rispetto al sistema (4,3% contro 0,8%). Se questi dati venissero confermati, a fine anno, le Popolari avrebbero circa 220.000 clienti in più al netto della dinamica media del sistema. Questo differenziale sarebbe l'effetto di uno spostamento di clientela verso banche ritenute più solide e affidabili come le Popolari. Tale cifra rappresenta circa lo 0,6% in più in termini di quota di mercato della clientela bancaria». Come spiega l'andamento in «controtendenza» ? «Ritengo opportuno fornire ulteriori indicazioni di prospettiva, egualmente rassicuranti. Il tasso di crescita della raccolta del sistema bancario, in funzione dei massicci disinvestimenti da attività di raccolta indiretta da parte dei risparmiatori è lievitato, tra agosto 2007 e ottobre 2008, dall'8,7% al 13,9%. Nel contempo, il corrispondente dato per le Banche Popolari è passato dal 13,3% al 19,2%. Per le Popolari va registrato, quindi, un significativo effetto fiducia da parte della clientela, con effetti di spostamento, a favore degli sportelli «popolari», affatto marginali. Il differenziale di raccolta a favore delle Popolari che corrisponde a circa 40 miliardi di euro, è pari ad un aumento della propria quota di mercato di circa 2 punti percentuali. Secondo le più recenti evidenze, questo surplus sarebbe geograficamente ripartito come segue: Nord Ovest: +13 miliardi di euro, Nord Est: +11, Centro: +4, Sud e Isole: +12 miliardi di euro. Tale andamento produce effetti concreti anche dal lato degli impieghi». Qual è la ricetta vincente? «La particolare capacità di reazione del Credito Popolare nel fronteggiare la crisi, trovi ragione nella formula istituzionale del «nostro» modello di cooperazione. Il limite al possesso azionario, la clausola di gradimento, il voto per testa, permettono ai corpi sociali di assumere composizioni molto diversificate e qualificate che indirizzano il management bancario verso il servizio al territorio e alle imprese di riferimento che, prevalentemente, sono di piccola e media dimensione. Le Banche Popolari, infine, mostrano di essere in grado di risolvere da sé i propri problemi o, quantomeno, di poterli risolvere nella Categoria. Mai esse hanno, infatti, chiesto o goduto di agevolazioni fiscali, fossero anche solo indirette. Altro che inadeguatezza ai tempi della forma societaria della Cooperazione Bancaria».

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