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Alessandro Usai [email protected] L'Italia si è fermata. ...

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La fotografia scattata dall'Istat lascia poco spazio all'ottimismo. Crollano i beni durevoli (-7% su base annua), calano quelli non durevoli (-1,6%) e i semidurevoli (-1%). In controtendenza invece gli acquisti di servizi (+1,3%). In termini congiunturali, le importazioni di beni e servizi sono aumentate dello 0,3%, le esportazioni sono diminuite dello 0,7%, i consumi finali nazionali dello 0,2% (la spesa delle famiglie registra un -0,3%, quelle della pubblica amministrazione e istituzioni sociali private +0,3%), così come gli investimenti fissi lordi (gli investimenti in costruzioni -0,9%, +1,5% gli acquisti di mezzi di trasporto e -0,3% gli investimenti in macchine e attrezzature). Poche le buone notizie. In termini tendenziali, il valore aggiunto dell'agricoltura è cresciuto del 3,5%, quello dei servizi dello 0,7%, quello delle costruzioni dello 0,1%, mentre l'industria ha manifestato una flessione del 2,2%. È un quadro congiunturale a tinte fosche quello delineato pure dall'Eurostat. Un quadro che, a giudizio del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, prefigura il rischio di una «recessione tecnica per il 2008 che comincia a planare sulla zona euro». E che la crescita economica italiana sia ormai giunta al capolinea lo ribadisce anche la Commissione europea che calcola una modesta ripresa del Pil dello 0,1% nel 2008 spiegando che «questo dato rappresenta una revisione al ribasso delle già deboli stime di crescita formulate nella primavera, pari allo 0,5%, e implica che non ci sarà nessun effetto traino per il 2009». Calano i consumi, aumenta l'inflazione e le famiglie sono sempre più in difficoltà. Non solo in Italia ma in tutta Europa. Per gli uffici del commissario europeo per gli Affari economici Joaquin Almunia «la stagnazione dell'economia riflette principalmente l'evoluzione della domanda interna». Infatti, «per via dell'impatto della corsa dei prezzi e degli effetti negativi sul potere d'acquisto, i consumi privati sono stati flebili già dal quarto trimestre del 2007». Il presidente della Banca Centrale europea, Jean-Claude Trichet, prevede un 2010 «migliore del 2009, con un ritorno alla stabilità dei prezzi». E rilancia l'allarme sulla crisi dei mutui: «Dobbiamo stare allerta, molto allerta» - sottolinea Trichet. In sostanza l'analisi economica del numero uno della Bce conferma lo scenario economico presentato dopo l'ultima riunione del board delle Banca centrale. Restano alti i rischi di inflazione, (le previsioni danno un 3,6% nel 2008 e un 2,9% nel 2009), con una crescita in frenata e un Pil che aumenta a ritmo lento. Intanto il petrolio torna a salire dopo che l'Opec ha deciso di tagliare la produzione di 520 mila barili al giorno.

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