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Consumi in calo da quattro mesi

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Diminuisce ancora la spesa per prodotti alimentari. Frena anche l'abbigliamento

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Tant'è che la Confcommercio lancia l'allarme recessione e snocciola gli ultimi dati che confermano il trend negativo degli ultimi mesi: a febbraio, rileva l'associazione presieduta da Carlo Sangalli, si è registrata una riduzione dello 0,5% su base annua dei consumi complessivi delle famiglie. Si tratta della quarta flessione consecutiva: un dato, spiega Confcommercio, che conferma «la forte debolezza della domanda interna e la concreta possibilità di dinamiche recessive nei prossimi mesi». Continuano invece a macinare rialzi i prezzi che, anche per l'indicatore di Confcommercio, a febbraio sono cresciuti del 2,7% per effetto di un rialzo dei beni del 3,4% e dei servizi dell'1%. Torna in primo piano un problema che, in questa campagna elettorale, è stato affrontato più volte dai vari schieramenti. In sostanza è necessario ridare potere d'acquisto in particolare a lavoratori dipendenti e pensionati, ma anche ai piccoli imprenditori stretti nella morsa del fisco. La situazione critica si riflette nei numeri. Anche se non così marcata come a gennaio, prosegue la riduzione dei consumi nel comparto di spesa degli alimentari: tra le varie voci, proprio quella relativa al cibo ha fatto registrare un decremento più forte e pari al -1,8%. A gennaio, il calo era stato del 3,6%, nel quarto trimestre del 2007 pari al -2%, nel terzo al -1,8%, nel secondo al -2,1% e nel primo trimestre al -1,3%. Nel 2007, il dato è stato negativo per l'1,8%. Flessione ancora più marcata per il comparto abbigliamento e calzature (-2,2%), i beni e servizi ricreativi (-3,8%) e soprattutto i beni e servizi per la mobilità (-4%). Vanno invece meglio i servizi di ristorazione e di alloggio (-1,2%) anche se, in questo caso, la domanda è stata sostenuta essenzialmente dai turisti. In controtendenza il comparto beni e servizi per le comunicazioni dove la domanda si è confermata, anche a febbraio, la componente più dinamica della spesa reale delle famiglie, con una variazione dei volumi acquistati del +8,1%, evoluzione dovuta in larga parte alla componente relativa ai servizi.

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