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Pane e pasta sempre più "salati"

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Dopol'ennesimo record archiviato dal grano sul mercato di Chicago, dove per la prima volta ha superato quota 11 dollari, prende corpo un nuovo allarme prezzi. Entro giugno, ha spiegato ieri il presidente della Borsa Merci Telematica Francesco Bettoni, è molto probabile che i prezzi di pane e pasta possano lievitare del 10-12%. E lo confermano anche gli industriali di Italmopa, i quali anzi rivendicano una sorta di primogenitura per «un Sos lanciato per tempo e preso dai più un po' sottogamba». Le ragioni della corsa dei prezzi di grano e frumento, spiega il presidente della Borsa Merci Telematica, sono varie. «Tra queste, anche se non molti lo dicono, il contenuto del Protocollo di Kyoto, che prevede tra l'altro, entro il 2020, l'utilizzo del 20% di energia verde rispetto all'attuale consumo di biorcarburanti». Nuovi aumenti in arrivo per pane e pasta anche secondo Italmopa, l'associazione dell'industria molitoria. «L'avevamo già detto mesi fa - osserva il presidente Ivano Vacondio - anche se l'allarme prezzi non interessa solo il nostro Paese ma tutto il mondo, come confermato del resto dal fatto che recentemente la Borsa Merci di Chicago ha chiuso per 3 giorni, per eccesso di rialzo, le trattative sul frumento«. Dal canto suo il ministro per le Politiche Agricole, Paolo De Castro, getta acqua sul fuoco e ricorda che per frenare la corsa dei prezzi di grano e cereali «abbiamo lavorato a livello strutturale, come abbiamo fatto in ambito Ue per consentire all'Italia di aumentare non meno del 20% le superfici coltivate a grano duro». Il Codacons incassa l'allarme e avverte che in caso di conferma dell'allarme i prezzi di pane e pasta potrebbero arrivare rispettivamente a 2,75 e 1,27 euro al kg. E ogni famiglia - aggiunge - si troverà a spendere a fine anno oltre 70 euro in più per l'acquisto di questi prodotti». In allarme anche e gli agricoltori. Per la Cia «è necessario evitare ogni forma di speculazione». La Coldiretti ricorda che nell'ultimo mese i consumi di pane sarebbero arretrati del 7% e quelli della pasta del 4%. «Colpa - spiega - del cambiamento degli stili di vita, ma anche di un progressivo aumento dei prezzi».

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