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Giovanni Lombardo [email protected] I rischi per ...

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Come dire: la recessione è alle porte. E così la Fed, la banca centrale americana, usa la mano pesante e porta i tassi di interesse al 3%, con un taglio dello 0,5% che si aggiunge a quello dello 0,75% deciso la settimana scorsa. Per l'istituto centrale guidato da Ben Bernanke si tratta del quarto taglio consecutivo da settembre, quando la Fed ha iniziato a rivedere al ribasso il costo del denaro per far fronte ai rischi di recessione dell'economia, innescati dalla crisi partita dai mutui subprime, cioè quelli ad alto rischio. Una politica diversa da quella della Bce che proprio nei giorni scorsi ha fatto sapere che non sono in vista tagli dei tassi in Europa perché il rischio inflazione resta alto. L'abbassamento al 3%, spiega la Fed, dovrebbe consentire una «crescita moderata» dell'economia, anche se sui mercati restano tensioni considerevoli anche a causa dell'irrigidimento del credito. Tanto più che si conferma un aggravarsi della crisi del settore immobiliare e un indebolimento del mercato del lavoro. L'istituto, che prevede un'inflazione moderata nei prossimi trimestri, si dice inoltre «pronto ad agire» nuovamente in caso di necessità. Gli indici di Wall Street, in calo prima dell'annuncio, sono scattati al rialzo, con il Dow Jones in rialzo dello 0,71%, il Nasdaq dello 0,55% e l'S&p500 dello 0,77%. Il nuovo taglio dei tassi Usa, atteso sin dalla mattinata su tutti i mercati, non ha dato slancio ai listini europei sulla scia della retromarcia delle Borse Asiatiche. Piazza Affari termina con Mibtel e SPmib a -0,8% entrambi. Maglia nera a Parigi a -1,3%. Francoforte la meglio tenuta (-0,26%). In linea con Milano le rimanenti piazze finanziaria del Vecchio Continente.

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