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L'Ue taglia il 20% dei gas serra

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Bruxelles vara un piano per incentivare le fonti pulite. Ma anche il nucleare

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«L'erogazione del greggio verso Germania e Polonia riprenderà nelle prossime ore» ha annunciato l'ambasciatore di Mosca presso l'Unione europea Vladimir Chizov, dopo un incontro con il commissario Ue all'energia Andris Piebalgs. La controversia è da considerarsi superata. Ma il tema dell'energia continua a tenere banco a Bruxelles. Ieri l'Unione europea ha presentato un pacchetto di misure di sviluppo per l'energia pulita che ha l'obiettivo di ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra del 20% entro il 2020. Un pacchetto che non esclude però il ricorso al nucleare. Anche se su quest'ultimo punto la posizione assunta da Bruxelles è «agnostica», come l'ha definita lo stesso presidente Josè Manuel Barroso: «Devono essere i singoli stati e non noi a decidere». Un rapporto che critica la politica italiana. «Nonostante la forte crescita in settori come l'eolico, il biogas e il biodiesel, l'Italia è lontana dagli obiettivi definiti sia a livello nazionale che europeo» spiega l'Ue. L'allarme europeo è stato comunque lanciato a tutti: «Non c'è più tempo da perdere». E la ricetta della Commissione per abbassare drasticamente le emissioni di carbonio passa soprattutto attraverso un «energy mix» che veda al primo posto l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili (eolico, solare, biogas, biodiesel). La Commissione fissa un obiettivo: entro il 2020 il 20% dell'energia prodotta deve essere energia pulita. E la quota di bio carburanti dovrà salire almeno al 10%. I dati contenuti nel dossier messo a punto dai commissari all'energia, Andris Piebalgs, e da quello alla concorrenza, Neelie Kroes, non lasciano altre alternative. «Ci sono più del 50% delle possibilità che le temperature globali aumentino in questo secolo di circa 5 gradi. E le emissioni di gas serra prodotte dai Paesi dell'Ue aumenteranno di circa il 5% entro il 2030». Il piano prevede anche di lottare contro la scarsa concorrenza che ancora caratterizza il mercato interno dell'energia, che frena gli investimenti, a partire da quelli per lo sviluppo di un'energia più pulita. Di qui l'invito a «una chiara separazione della produzione energetica dalla distribuzione». Un invito a cui Eni ha risposto: «Eni è stata una delle prime società in Europa ad avviare misure pro-concorrenziali attraverso la separazione, sia gestionale che societaria, di Snam Rete Gas.

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