Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di GIOVANNI LOMBARDO LA GRANDE industria corre in Borsa.

default_image

  • a
  • a
  • a

Il primo posto spetta a Tenaris, azienda della famiglia Rocca attiva nel settore dell'energia, che negli ultimi 12 mesi ha visto aumentare le quotazioni del 96,66%. Ma il vero fenomeno quest'anno è stato Fiat. Il Lingotto, grazie alla cura dell'ammministratore delegato, Sergio Marchionne, è tornato a brillare in Borsa, chiudendo il 2006 con un incremento del valore del titolo pari a +93,21%. Non solo. L'azienda risanata ha prodotto 2 milioni di veicoli, registrando record di vendite e dando fiato alle casse del gruppo dopo gli anni bui della crisi. Gli investitori, dunque, tornano a guardare dentro le fabbriche. Ancora tramortiti dallo scoppio della bolla speculativa avvenuto proprio quando scatole vuote avevano raggiunto capitalizzazioni paragonabili a quelle delle multinazionali. La corsa di Fiat dovrebbe proseguire anche nel 2007. Almeno in termini di risultati operativi, visto che il presidente, Luca Cordero di Montezemolo si dice convinto di centrare gli obiettivi di budget che prevedono un utile netto del gruppo compreso tra 1,6 e 1,8 miliardi. Mentre Marchionne, che resterà alla guida di Fiat almeno fino al 2010, prevede che per quella data l'utile operativo dell'azienda sarà di 5 miliardi, con circa 3 milioni di auto prodotte. Il business plan al 2010, presentato appena a novembre dal numero uno del Lingotto, prevede inoltre che il gruppo debba dare agli azionisti 2 miliardi di euro di dividendi e avere 3 miliardi di cash. Piani ambiziosi in cui sembrano credere sia i grandi fondi istituzionali sia i piccoli risparmiatori. Tutti premiati dal titolo che nel 2006 è lievitato a cifre record (oggi Fiat vale 14,2 euro, a gennaio viaggiava poco sopra i 7 euro). Un altro caso di successo è Parmalat. L'azienda di Collecchio, passata sotto la guida dell'ex commissario straordinario e oggi amministratore delegato, Enrico Bondi. Il 2006 si chiude con un incremento del valore del titolo pari a +59,30% con quotazioni superiori ai 3 euro. L'azienda è tornata sul listino nell'ottobre del 2005, dopo 22 mesi dal crac che ha coinvolto migliaia di risparmiatori. I processi per accertare le responsabilità sono ancora in corso, ma una cosa è certa: anche in questo caso la cura di risanamento ha convinto gli investitori. Il titolo, dopo il primo giorno di contrattazione, aveva raggiunto una quotazione di 3,025 euro, in forte crescita rispetto al valore nominale di un euro. Parmalat oggi vale cinque miliardi di euro, è un'azienda che continua a produrre e a dare lavoro. Il 2006 è stato anche l'anno del debutto a Piazza Affari per una ventina di società. Solo alcune hanno chiuso l'anno in terreno positivo. Come dire, gli investitori preferiscono muoversi con cautela. Parola d'ordine valida anche per i primi mesi del 2007.

Dai blog