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Draghi, un anno da Governatore

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Archiviati i primi dodici mesi del suo mandato. Rilanciate le fusioni bancarie

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Quando accettò l'incarico dovette rinunciare al dorato stipendio da 10 milioni di euro l'anno che la vice presidenza di Goldman Sachs gli garantiva. Ma soprattutto mettersi in gioco in una fase non facile per Bankitalia. Un bel rischio, e non solo per gli «appena» 350 mila euro di stipendio annuo. In fondo, compagno di scuola di Luca Cordero di Montezemolo e di Gianni De Gennaro, la sua vita è tutta una scommessa. Sono passati tanti anni da quando si laureò con Caffè e poi faceva la fila per parlare con Franco Modigliani, fino agli studi all'estero e il ritorno in Italia. Nel 1983 è consigliere economico del ministro del Tesoro, poi direttore esecutivo della Banca Mondiale. Già nel 1990 arriva a Palazzo Koch come consigliere del Governatore, che allora era Carlo Azeglio Ciampi. Vedrà passare sopra di lui una sfilza di ministri, quelli dei governi Andreotti, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D'Alema, ancora Amato e ancora Berlusconi. Ha resistito a ogni condizione meteo della politica. Draghi vuol dire credibilità, tanto che un recente sondaggio condotto da Capital lo premia al primo posto come presonaggio nel mondo economico con il 56% delle preferenze. E non sono pochi quelli che vedono in Super Mario un futuro da leader politico. In Bankitalia ha subito modificato lo Statuto per recepire le nuove norme sul risparmio. Ha preparato un nuovo piano di riorganizzazione e razionalizzazione della Banca d'Italia da concordare con i sindacati e ha nominato un nuovo direttore generale, Fabrizio Saccomanni, e due vice direttori, Ignazio Visco e Giovanni Carosio, blindando in questo modo la sua squadra di lavoro. Il primo scoglio è stato quello della valutazione dell'Opa di Unipol su Bnl. Bankitalia dice no, mentre lui si astiene in quanto in possibile conflitto di interessi per il ruolo svolto da Goldman Sachs come advisor di Bbva. Un segnale di autorevolezza che bissa alla sua prima uscita pubblica al Forex, quando parla ai banchieri da garante, ma con una tradizione di mercato. Spiega che il riassetto vissuto negli ultimi due anni dal sistema bancario nazionale non era ancora terminato, evitando «personalismi e campanilismi». Un invito accolto da Intesa e Sanpaolo Imi che hanno deciso di aggregarsi scegliendo di costituire un grande campione nazionale. I primi mesi alla guida di Bankitalia sono stati significativi per l'autoriforma dello Statuto che l'istituto doveva realizzare per ottemperare alle norme previste dalla legge sul risparmio: come il mandato a termine per il Governatore e i componenti del direttorio. Un'autoriforma che rende Bankitalia più snella, più trasparente e distaccata rispetto all'esterno. Il direttorio è salito a 5 componenti, confermando l'intenzione di Draghi di portare avanti un processo di gestione assolutamente collegiale. Insomma, guadagna meno, limita i suoi poteri e rende a termine il suo mandato. Ha per fomazione uno stile british super partes. Stile che conserva nei rapporti con la politica. Il 2 dicembre scorso, quando due milioni di italiani si riversano nelle strade di Roma per ascoltare Berlusconi e protestare contro le tasse, Draghi esce all'ora di pranzo da via Nazionale a bordo di una utilitaria. Solo, senza scorta, e con il fedele cane nei sedili posteriori. L'unico, forse, in grado di dettare l'agenda della sua giornata. Il rapporto con il Ministero dell'Economia e con in primis Tommaso Padoa-Schioppa non è altrettanto amorevole. Nei giudizi della Finanziaria non sono mancate critiche ai pochi tagli effettuati alla spesa pubblica e alla carenza di misure volte a sostenere la ripresa in atto nel sistema produttivo. Padoa Schioppa non la prese bene, tanto che invitò, seppur informalmente, il Governatore a leggersi le carte. Nessuna replica ufficiale di Draghi, fedele al suo stile british, ma chi lo conosce riferisce che le carte le aveva lette bene. Draghi ha rivolto anche elogi al Governo, soprattutto per la volontà di rimettere i conti pubblici in ordine e di rispettare gli impegni pr

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