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Aeroporti di Roma nel mirino di Catricalà

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L'Antitrust indaga su possibili abusi di posizione dominante da parte di Adr e della milanese Sea

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L'autorità presieduta da Antonio Catricalà ha avviato due diverse istruttorie sulle società Adr, Aeroporti di Roma, e Sea, che gestisce gli aeroporti di Milano, per possibile abuso di posizione dominante. L'Autorità contesta il mancato adeguamento a una delibera del Cipe del 2001 alle due società, che in pratica avrebbero praticato alle compagnie aeree tariffe troppo elevate e non trasparenti, abusando della loro posizione di monopolio. Il termine per la chiusura delle istruttorie è stato fissato al 31 gennaio 2008. L'Antitrust sottolinea che, pur operando in una posizione di «monopolio legale», le due società «avrebbero abusato di tale posizione dominante dal 2001 continuando a praticare, in difformità dalle previsioni regolamentari, corrispettivi secondo criteri unilateralmente determinati in modo non trasparente nè verificabile, con l'obiettivo di realizzare una rendita di monopolio in misura eccedente rispetto alla normale remunerazione dei costi». Adr e Sea, rileva l'Autorità garante per la Concorrenza, «avrebbero applicato condizioni non trasparenti e eccessivamente onerosi per l'accesso alle infrastrutture aeroportuali». Nei confronti di Adr «l'istruttoria riguarda anche un abuso di posizione dominante nei servizi di assistenza merci». Le istruttorie nascono dalle segnalazioni di Ibar, l'associazione che rappresenta circa 80 vettori aerei, di cui alcuni nazionali e la gran parte stranieri, operanti in Italia, e da operatori nel settore cargo e da loro associazioni. E riguardano «il mancato rispetto delle norme pro concorrenziali, stabilite dal decreto legislativo n. 18/99 e dalla successiva delibera cipe n. 86/2000, volte a regolare i corrispettivi tariffari del soggetto monopolista». Per l'Antitrust, «i corrispettivi per l'utilizzo di spazi e infrastrutture aeroportuali strumentali alla fornitura dei servizi di handling continuano a essere definiti in via unilaterale dai gestori aeroportuali, senza essere orientati ai costi», e «si tratta di livelli che, in base ad uno studio di Assaeroporti, sono notevolmente superiori, sino a 5-10 volte, a quelli riscontrati in altri Paesi europei». In particolare, i comportamenti contestati ad Adr e Sea dal 2001 riguardano «corrispettivi eccessivamente onerosi» per l'utilizzo delle infrastrutture aeroportuali centralizzate, la fornitura di carburante, l'accesso ai beni di uso comune per attività come il catering e la sicurezza, la sub-concessione di spazi a uso ufficio. Per Adr, l'Antitrust ha anche individuato un possibile comportamento anticoncorrenziale costituito dall'applicazione di prezzi di accesso alla cargo city, l'area e le infrastrutture attrezzate per l'allestimento e la movimentazione delle merci destinate all'esportazione o all'importazione per via aerea, «che sarebbero infatti idonei a rendere non competitiva l'offerta di handler concorrenti».

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