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Autostrade, nessun confronto con l'Anas

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Fusione con Abertis sempre più in bilico. Il presidente Ciucci: non c'è più spazio per il dialogo

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E la fusione tra la società del gruppo Benetton e la spagnola Abertis è sempre più in bilico. Domani sarà la giornata chiave: il cda e l'assemblea degli azionisti dovranno decidere se il progetto andrà avanti o sarà abbandonato. Dal presidente dell'Anas, Pietro Ciucci e dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, arriva un segnale chiaro: non è più possibile alcun confronto visto che la società ha preferito la strada dei ricorsi. Per Ciucci le ore che restano sono «veramente poche» perché si possa arrivare ad una soluzione. E che non sia attesa una svolta lo conferma anche il fatto che «non sono previste altre riunioni straordinarie del cda dell'Anas», dopo quella di venerdì scorso in cui è stato deciso di ricorrere in Tribunale contro Autostrade, aprendo un contenzioso su investimenti per due miliardi. «C'è una riunione il 15 dicembre», comunque troppo tardi, ed è «di ordinaria amministrazione». Mentre Autostrade attende risposte e chiarimenti, l'Anas ritiene che non ci sia neanche più una istruttoria aperta. «Abbiamo chiesto ad Autostrade se era loro intenzione riattivare la procedura. Non abbiamo mai avuto risposta, ma solo una serie di ricorsi». Ricorsi che oggi pesano sulle speranze di un confronto all'ultimo minuto. «Per riaprire un dialogo, un superamento del contenzioso sarebbe auspicabile», sottolinea il presidente dell'Anas «altrimenti sarebbe difficile sedersi a un tavolo». Anche per il ministro Antonio Di Pietro, Autostrade e Abertis «sono andate alla Commissione Europea, al Tar, e a fare un sacco di polemiche sui giornali. Ma - dice - da noi non sono mai venute ad offrirci alcunché. Hanno solo preteso che trasferissimo la concessione da un soggetto all'altro, senza nulla chiedere, nulla verificare, nulla accertare. Cosa buona farebbe Autostrade se invece di andare allo scontro con le istituzioni cercasse un dialogo collaborativo per realizzare le infrastrutture. Noi abbiamo solo preso atto - insiste il ministro - che i milioni di cittadini che tutti i giorni pagano i pedaggi versano un quid che serve a fare maxidividendi e cassetta bancaria, oggi per un cittadino Ponzano, domani per un cittadino di Barcellona». Il ministro spiega di essere stato lui a chiedere all'Anas una azione legale: «Abbiamo chiesto al Tribunale di accertare lo stato degli adempimenti e le responsabilità. Ci auguriamo che la controparte si decida a darci risposte, soluzioni». Il Ministro per le politiche europee, Emma Bonino, torna invece a parlare di «occasione in parte persa».

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