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Il Lingotto guarda anche alla Turchia

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Fiat Iveco fa prove di joint venture con l'indiana Tata sui furgoni

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All'indomani della conclusione della missione confindustriale in Cina, dove la società del Lingotto ha stretto tre accordi nel settore dei veicoli leggeri e medi e dei propulsori, l'amministratore delegato dell'Iveco, Paolo Monferino, ha scelto la ribalta di Hannover, dove domani aprirà i battenti il più importante salone del veicolo commerciale e industriale d'Europa, per annunciare possibili nuove alleanze industriali e ribadire il positivo stato di salute della società. «Se Tata è disposta ad accettarci in un ruolo di partner industriale - ha spiegato il manager - Iveco è molto disponibile proprio perché Tata ha oggi con il Gruppo Fiat delle relazioni talmente profonde che stanno diventando sempre più importanti. Ci sono obiettivi che tra noi coincidono in grande misura. Il cammino si è sviluppato a tal punto con le joint venture per le auto che è quasi naturale pensare ad una evoluzione di quegli accordi anche per i nostri veicoli». Monferino ha detto che, dopo l'uscita dalla Ashok Leyland, Iveco e Tata si sono incontrati «un paio di volte». «Stiamo analizzando la questione e ci sono due o tre obiettivi comuni che abbiamo già identificato e su cui abbiamo aperto dei piani di lavoro per capire cosa possiamo fare insieme - ha spiegato - Il primo potrebbe essere un accordo in Sudamerica per alcuni specifici veicoli, tra cui un pick up 4x4 che è una delle opzioni che è sul tavolo. Ma non solo. Ci sono anche dei camion che potrebbero essere di nostro interesse». Ma l'Iveco guarda con interesse anche al mercato turco, dove vorrebbe sviluppare la propria partnership con il gruppo Koch, attraverso la società Otoyol in cui è in posizione di minoranza, per sbarcare con il nuovo Daily e il medio Eurocargo.

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