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Popolare Italiana rinvia le nozze

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La banca conferma gli obiettivi 2006 e studia l'ipotesi di crescere da sola

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Le nozze, date per certe e veloci agli inizi di settembre, sono state posticipate almeno di un mese. Le cose vanno comunque per il meglio in casa dell'ex Lodi e l'ad Divo Gronchi, ieri, a confermato gli obiettivi per il 2006 previsti dal piano industriale con il raggiungimento di un utile di 200 milioni di euro. Insomma il percorso di risanamento iniziato dopo la gestione Fiorani procede in maniera spedita che non è detto che alla fine Gronchi, anche sul suo tavolo ci sono quattro offerte di alleanza, non decida di continuare il suo percorso da solo puntando sullo sviluppo del piano industriale. A fare il punto della situazione per la banca sono stati oltre all'ad anche il direttore generale Franco Baronio nella conference call con gli analisti sui conti semestrali. Che ancora risentono dei guasti della passata gestione. Mentre la dirigenza è impegnata nel piano di ristrutturazione, il consiglio affronterà, almeno in due riunioni a settembre, la risposta alla relazione della Banca d'Italia sull'ispezione durata un anno e chiusa circa un mese fa. Poi, all'inizio di ottobre, potrebbe essere la volta per i consiglieri di esaminare le proposte avanzate dall Popolare Milano, dalla Popolare Emilia Romagna, dalla Bpu e dalla Popolare Verona e Novara. Una cautela che ha deluso la parte più speculativa degli investitori. Il titolo ha ceduto così il 2,01% a 9,3 euro tra scambi intensissimi per oltre 11 milioni di pezzi. I tempi, assicurano fonti finanziaria, non saranno comunque lunghi «perchè la banca non può permettersi il lusso di restare sospesa sul suo destino per mesi». «L'aggregazione è una opportunità e non una necessità - ha spiegato Gronchi agli analisti - e il consiglio quando si riunirà per esaminare la questione avrà cinque opzioni davanti e non quattro». Gronchi si è detto cauto su una fusione 'a trè, almeno nella prima fase. «Personalmente ritengo che tra le popolari siano già difficili le operazioni a due, non andrei quindi a considerare operazioni a tre perchè sono già difficili per le società per azioni». Per il momento quindi la banca prosegue nel suo recupero finanziario e nella composizione di alcuni dossier scottanti, eredità della gestione Fiorani: primi fra tutti quello su Kamps e sulla Magiste di Stefano Ricucci.

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