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Autostrade, i Benetton offrono garanzie

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La società fornirà al Governo i dettagli della fusione con Abertis. «Gli investimenti restano in Italia»

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Il Gruppo di Ponzano Veneto, se da una parte tira dritto nell'operazione Autostrade-Abertis senza cambiarne il calendario, dall'altra si rende disponibile a fornire tutte le garanzie sulla bontà dell'operazione e sul mantenimento degli investimenti in Italia. E intanto, a Roma, il procuratore Giovanni Ferrara ha affidato al pm Perla Lori il fascicolo aperto dopo l'esposto presentato nei giorni scorsi dall'Adusbef. Il tentativo di dialogo, dopo le dure polemiche degli ultimi giorni, arriva direttamente da Luciano Benetton. Che, anche se non coinvolto direttamente nell'operazione - gli artefici sono il fratello Gilberto e Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione Holding - in occasione dell'assemblea dei soci, si è detto dispiaciuto delle polemiche e ha assicurato che l'operazione di fusione con la spagnola Abertis «porterà vantaggi per gli italiani». «Deve essere data sicurezza agli investimenti in Italia - ha detto - ed è giusto che l'operazione sia spiegata alla politica». Non ci sarebbe stata quindi alcuna volontà di approfittare della vacatio del governo per poter realizzare un'operazione «che era in preparazione da tempo», ma in attesa della formazione del nuovo esecutivo non ci saranno rinvii e gli appuntamenti fissati saranno rispettati. E quindi, dopo il cda di venerdì di Autostrade, le assemblee dei due gruppi dovrebbero dare il loro assenso come previsto entro giugno. Benetton ha parlato mentre l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, oggi uno dei tre saggi incaricati dall'Anas, che parlava al forum della Pubblica Amministrazione in corso a Roma ha spiegato che «Autostrade ci ha mandato un metro cubo di carte, abbiamo ricevuto molto materiale. Ora lo dobbiamo leggere. Speriamo, come ha detto Pozzi, di chiudere entro maggio». L'operazione con gli spagnoli comunque, ha ribadito Luciano Benetton, andava fatta per poter assicurare ad Autostrade una dimensione internazionale che «non può raggiungere da sola», anche se il peso della famiglia - che controlla Edizione Holding e a sua volta Schemaventotto che avrà il 24,9% del futuro gruppo contro il 12,5% di Acs e l'11,7% de La Caixa - si diluirà. Nell'operazione di Autostrade comunque gli accordi sulla governance siglati, ripetono i vertici, danno le necessarie garanzie che l'operazione non comporti un predominio degli spagnoli, mentre i Benetton, ha ribadito Luciano, «non hanno nessuna intenzione di vendere o di perdere il controllo paritetico». Per quanto riguarda la scelta di Abertis, questa è dovuta alla capacità dimostrata dal gruppo iberico di crescere sui mercati internazionali e dai legami azionari che già la univano ad Autostrade: «il partner poteva essere francese o tedesco ma Abertis ha dimostrato di essere una società capace di crescere sui mercati con la recente acquisizione in Francia della Sanef». «Non ci sentiamo più poveri dopo questa fusione - ha concluso - che deve essere invece l'inizio di un nuovo passo avanti». Intanto, sul fronte giudiziario, il procuratore Giovanni Ferrara ha affidato al pm Perla Lori il fascicolo aperto dopo l'esposto presentato nei giorni scorsi dall'Adusbef. Esposto che richiamava l'attenzione su un'oscillazione del titolo Autostrade nell'ordine di tre-quattro punti da collegare a una fuga di notizie e a eventuali manipolazioni del mercato.

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