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di EMANUELA ZONCU LE AZIONI Antonveneta di Ricucci tornano in pista.

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Il custode giudiziario Emanuele Rimini potrà così vendere la partecipazione al colosso olandese Abn Amro facendo valere dunque il contratto di cessione firmato a settembre scorso. Numeri alla mano, del valore della quota, pari a 381,187 milioni di euro, circa 56,4 milioni saranno bloccati nuovamente in un conto del tribunale come plusvalenze, cioè profitto ottenuto nell'ipotesi di dimostrazione del reato. Mentre 232,2 milioni andranno alle cinque banche creditrici pignoratizie. Nel dettaglio, 48,868 milioni sono destinati a Meliorbanca, 12,24 a Banca Intermobiliare, 132,7 a Deutsche Bank, 31,9 a Societè Generale e 6,3 a Bpl Suisse dopo le transazioni concluse con Deutsche Bank e Bpl Suisse (ma a Magiste dovrebbero tornare 3,8 milioni di euro). La somma restante, cioè circa 92,5 milioni, confluirà in un libretto a garanzia dei creditori della Magiste, quindi principalmente Bpi. All'orizzonte, per il gruppo di Ricucci ci sarà probabilmente un colpo di acceleratore nelle trattative con la Banca popolare italiana che vanta un credito di 692 milioni di euro. Tanto più che di recente c'è stata la decisione del cda della ex Lodi di dare mandato al neo amministratore delegato Divo Gronchi per escutere il pegno sulle Rcs in mano a Ricucci. Pegno che ancora non è stato formalmente escusso, il cui controvalore è di 452 milioni di euro e di cui forse si parlerà domani nel cda di Lodi. Lo sblocco di ieri, e il conseguente deposito della somma di circa 90 milioni di euro a garanzia dei creditori si può leggere, dunque, anche come ulteriore garanzia del credito della ex Lodi. Oltre al pegno sulle Rcs, la Banca Popolare conta altre garanzie, tra cui un pegno sul 100% della Tundra (Magiste) e il 40% del capitale sociale della Magiste Real Estate. Il prossimo incontro tra gli advisor di Magiste (lo studio Ripa di Meana e Vitale) e i vertici di Bpi dovrebbe avvenire domani. E sempre ieri, sono state sbloccate anche le azioni in mano ai tre fondi Active, Momentum e Generation. Restano «congelate» le azioni in mano all'imprenditore Marco Sechi e all'ex direttore finanziario della Lodi, Gianpiero Boni, e quelle della Bpi, il cui sblocco potrebbe avvenire già oggi.

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