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di GIULIO STRADA ROMAIN Zaleski punta più di 800 milioni di euro su Generali e con una quota pari al ...

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Il suo è un ingresso dalla porta principale, gradito in particolare al presidente Antoine Bernheim e favorito dai legami di lunga data del finanziere francese, insediato ormai da anni con la sua Carlo Tassara nel bresciano, con Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, banca che con Trieste oltre all'incrocio azionario condivide un'alleanza nella bancassurance che vale 5 miliardi di euro di premi. Così, appena ufficializzato a Consob il superamento, avvenuto il 15 febbraio (col titolo che viaggiava sui 29,7 euro, prima dello strappo finale oltre i 30 euro delle ultime sedute) della soglia del 2% da parte della Tassara (arrivata al 2,205%), Generali ha fatto sapere che «sono sempre apprezzati investitori della levatura e dell'esperienza di Zaleski che mostrano fiducia e vogliono investire nella nostra compagnia». Di fatto l'ingresso del finanziere, che dopo essere uscito con ricche plusvalenze da Edison ne ha già reinvestito una parte nell'1,59% di Intesa vincolato al patto, rafforza il nocciolo duro del frammentato azionariato Leone. E se il suo arrivo non riduce la contendibilità delle Generali, il cui maggior socio, Mediobanca, ha una quota tutto sommato contenuta (14,13%), rappresenta tuttavia un segnale di allerta per chi guarda a Generali come possibile preda (la francese Axa è alla finestra) o come terreno per misurare i rapporti di forza all'interno nel sistema bancario italiano, avviato a una nuova fase di consolidamento, che non trascurerà la stessa Mediobanca. Per inciso, sul fronte del risiko fra banche, in giornata Intesa ha precisato, seguita da Capitalia, «di non avere in corso alcuna trattativa» per una aggregazione. Tornando a Generali, Intesa ne detiene l'1,9% (un altro 1,9% è in mano alla fondazione Cariplo) mentre Capitalia con una quota del 3,19% affianca Unicredit (3,56%) e Mps (1,65%) nel patto di consultazione, siglato nel 2003 a difesa dell'italianità di Trieste e riconfermato fino al prossimo 13 settembre. Fra i soci di peso del Leone ci sono poi Bankitalia (al 4,7%) e la Premafin di Ligresti (2,4%). «Tutti hanno la gola, ma dalle mie parti si dice che se uno vuole cantare deve avere anche la voce», ha commentato da parte sua Diego Della Valle, consigliere della compagnia triestina, a una domanda sugli appetiti dei grandi gruppi internazionali. L'imprenditore ha poi sottolineato che Generali «è una società molto solida, una società gestita benissimo e fuori dalla chiacchiere». In Borsa dopo l'uscita alla luce del sole di Zaleski, il titolo ha tirato il fiato (-1,43% a 30,27%, al pari di Mediobanca -1,49% a 17,35).

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